lunedì 24 dicembre 2007

La minaccia

Prendo spunto da un mio dipinto che si chiama, appunto, La minaccia (1995) e che è riprodotto in questo blog per formulare una riflessione sul mondo in cui viviamo, dal Novecento a oggi. Il secolo scorso è iniziato con la scoperta dell'inconscio freudiano, e più tardi lo stesso Freud ha teorizzato la "pulsione di morte" negli anni '20. Possiamo ipotizzare che l'inconscio della "pulsione di morte" è lo sfondo sui cui si agiscono le guerre. Le industrie dell'odio guerrafondaio, come sappiamo, sono alimentate da interessi economici che sono diventati sempre più evidenti specialmente nella seconda metà del Novecento, con "il capitalismo dei disastri" (N. Klein) iniziato soprattutto con l'ideologia dello shock dell'economista di Chicago Milton Friedman, e che è stata adottata prima da Gustavo Pinochet in Cile ai tempi del colpo di Stato, poi dal governo statunitense e anche da Margareth Tatcher negli anni '70.
Dal punto di vista politico, il Novecento ha visto l'avverarsi della Rivoluzione sovietica e la nascita dell'U.R.S.S., l'accadere della Prima guerra mondiale, è proseguito con la catastrofe politica del nazismo al potere in Germania e la Seconda guerra mondiale, i campi di concentramento e di sterminio nazisti, i gulag sovietici, gli stermini di massa di Hitler e di Stalin, la bomba atomica in Giappone, la divisione della Germania post-bellica in Est e Ovest, la Guerra fredda fra U.S.A. e U.R.S.S., le guerre americane (la Guerra in Corea, la Guerra in Vietnam, la Guerra del Golfo...), la "caccia alle streghe" del periodo del maccarthismo statunitense (anni '50), il finanziamento occulto delle dittature nei Paesi del Sud America (Cile, Argentina,...) da parte dei governi americani, il capitalismo aggressivo del neoliberismo a partire dagli anni '70, l'avvento della globalizzazione, la Guerra delle diverse etnie della Yugoslavia e la trasformazione delle regioni yugoslave in piccoli Stati indipendenti, la caduta del Muro di Berlino del 1989 e la riunificazione delle due Germanie in un unico Paese, la nascita se pur lenta dell'Unione europea, la fine dell'U.R.S.S. e l'apparente trasformazione in Paesi indipendenti delle ex regioni sovietiche, che in realtà hanno continuato ad essere dei Paesi-satelliti della Russia ancora per diversi anni, fino a quando diversi di loro non hanno chiesto di far parte dell'Unione europea, e poi l'Apartheid nel Sud Africa e Nelson Mandela. Questi sono solo una parte, quella che più salta all'occhio, come si suol dire, dei fenomeni politici che hanno caratterizzato il Novecento. Tra la fine del secolo scorso e l'inizio del nuovo, abbiamo assistito alla Guerra nel Kosovo, poi, con il XXI secolo ci sono stati i conflitti e i morti in Cecenia, i conflitti regionali tra Palestina e Israele erano presenti nel secolo scorso e sono presenti anche oggi, l'emergenza del terrorismo islamico, Osama Bin Laden, la distruzione delle Twin Towers di Manatthan a New Jork il 21 settembre 2001 com migliaia di morti, la Guerra dell'Iraq e del suo fallimento, la Guerra in Afganistan, la minaccia di una possibile Terza guerra mondiale ventilata da George W. Bush a causa dell'Iran di Amhadinejad, che grida ai quattro venti di volere un arsenale atomico, l'emergenza ecologica che minaccia la distruzione delle condizioni naturali del pianeta Terra e che mette in pericolo la sopravvivenza di ogni forma di vita, compresa quella della nostra specie.
Ho voluto riportare alla memoria una carellata frammentaria di eventi storici che sono, per così dire, ferite visibili che l'uomo ha inferto alla propria specie e che con le sue tecnologie paradossali, belliche e non, che da una parte hanno la pretesa, più o meno fondata, di voler migliorare le condizioni di vita di noi esseri umani, dall'altra stanno portando alla rovina la nostra stessa specie e a una lenta agonia la civiltà. E' soprattutto la dimensione economica dell'esistere, nella versione della distruttiva globalizzazione capitalistica, che sta accelerando la fine della civiltà, forse la fine dell'uomo se non si trovano rimedi che creino nuove filosofie di vita, nuovi stili più sani, ascoltando la saggezza che è sempre esistita e che è coltivata, purtroppo, soltando da una minoranza di persone illuminate. Invece si continua a persistere in modelli economici e politiche di potere che provocano ingiustizie e forti diseguaglianze nei popoli, svantaggi e distruzione, guerre e inutili morti di giovani vite e di innocenti, solo per favorire i privilegi delle élites delle classi alte.
Il mio dipinto La minaccia in un'immagina ha voluto sintetizzare come delle semplici e barbare scelte sbagliate - premere il classico 'bottone' che lancia bombe atomiche o che fa partire missili mirati - può portare alla fine di tutto. Un sasso piatto che simboleggia la Terra è legata con lo spago a un palloncino. Questo sasso si trova sospeso in aria sopra delle pietre che si ergono verso l'alto e che simboleggiano lo spirito umano, mentre dall'altra c'è uno strumento tecnologico che rappresenta la civiltà. Il dipinto vuole far immaginare cosa succederebbe nel caso in cui il palloncino si sgonfiasse o da uno spillo fosse fatto scoppiare. Esso vuole allora lanciare il segnale circa le condizioni di fragilità in cui noi tutti viviamo, e invitare a prenderci cura di noi stessi (psicologia e spiritualità) e delle tecnologie, affinché noi, invece di agire la "pulsione di morte", come osserva lo psicoanalista Massimo Recalcati, la possiamo indirizzare verso fini costruttivi, fini che non siano più nocivi per la vita e per gli esseri umani, riducendo in funzione preventiva i rischi del vivere.
Riferimenti bibliografici
KLEIN N.
- 2007, Shock Economy, Milano, Rizzoli, 2007.
RECALCATI M.
- 2007, Elogio dell'inconscio. Dodici argomenti in difesa
della psicoanalisi, Milano, Bruno Mondadori.

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