giovedì 12 giugno 2008

Il bullismo adolescenziale glocale

INDICE DEI PARAGRAFI

  • Infanzia traumatizzata, adultizzata e avviata alla delinquenza in strada nell'800
  • Sigmund Freud: la sessualità perversa polimorfa
  • Le immagini della pubblicità come veicolo delle tendenze alla moda: la precocizzazione dei comportamenti adulti e la sessualità perversa polimorfa come modello
  • Le tecnologie delle immagini e l'uso perverso di Internet
  • Il bullismo al femminile
  • Bullismo sessuale glocale
  • Fenomenologia del bullismo glocale
  • Lotta al bullismo in Gran Bretagna: il similia similibus curantur della tattica frame and shame
  • La vittima del bullismo e l'elaborazione del trauma
  • Riferimenti bibliografici

Infanzia traumatizzata, adultizzata e avviata alla delinquenza in strada nell'800
Un mio ex professore universitario di sociologia era del parere che bisognava distinguere il fenomeno dell'industrializzazione dall'impresa capitalistica. Diceva che si trattava di due cose distinte. In un certo senso, questo giovane professore aveva anche ragione, ma una 'ragione' che alla fine si è rivelata un vero e proprio sofisma, perché nella realtà storica dell'Occidente l'industrializzazione è stata gestita dall'impresa capitalistica basata sulla massimizzazione dei profitti e la riduzione dei costi d'impresa, compresa la manodopera che, soprattutto all'inizio del lavoro in fabbrica, riceveva un salario minimo, nessuna protezione nei confronti dei rischi sul lavoro, nessun diritto sulla possibilità che il datore di lavoro si accollasse gli oneri per il trattamento pensionistico dei lavoratori. Questa era la situazione iniziale del lavoro in fabbrica verso la fine del '700 in Inghilterra. Gli ambienti di lavoro in fabbrica erano pessimi da tutti i punti di vista, in particolare modo dal punto di vista della sicurezza, dell'igiene e della salute.
Ancora non era emersa la questione operaia e l'industriale capitalista, che aveva anticipato dei capitali per la costruzione della fabbrica e l'acquisto dei macchinari, era ansioso di realizzare i primi profitti per ammortizzare i costi iniziali della sua impresa. Aveva bisogno di manodopera, e questa, in massima parte, l'otteneva affidandosi alla collaborazione delle autorità politiche affinché trovassero il modo di convincere, con le buone o con le cattive, i contadini delle campagne e gli artigiani dei paesi a trasferirsi alle periferie urbane delle grandi città e farsi assumere come operai nelle fabbriche capitalistiche puzzolenti e che costituivano ambienti di lavoro a rischio, dove lo sfruttamento era tale che si lavorava anche diciotto ore al giorno per una misera paga e dove i lavoratori non avevano la copertura economica da parte del datore di lavoro per diritti che a loro spettavano. Così intervenivano i gendarmi o la polizia locale per spingere i contadini o gli artigiani a vendere le loro cose e andare a vivere nelle periferie delle città, all'inizio in baracche scarsamente confortevoli. Se queste persone si rifiutavano di emigrare in città, le forze dell'ordine potevano arrivare anche alla confisca dei beni e ottenere lo stesso risultato, ma con la forza. Così, i terreni dei contadini e le loro case venivano o venduti o requisiti dalle autorità locali, affinché si spostassero là dove c'era il lavoro salariato. Era l'epoca di quella che Zygmunt Bauman chiama la "società dei produttori", almeno all'inizio. A quei tempi, il risparmio era necessariamente un valore.
Nel corso dell'800, nelle fabbriche inglesi andavano a lavorarci anche i bambini. Lo sfruttamento era così maggiore, e, come ho accennato sopra, con una paga 'per ora' gretta e un elevato numero di ore di lavoro al giorno da realizzare. Il capitalista poteva, in questo modo, cercare di abbattere il più possibile i costi di gestione dell'impresa e massimizzare i profitti. I lavoratori non avevano nessuna coscienza di classe, erano disorganizzati e non potevano ancora pretendere diritti, e chi lo faceva rischiava di essere licenziato sul tronco. Tra i primi pensatori che considerarono seriamente la questione operaia troviamo, naturalmente, Karl Marx e Friedrich Engels. Loro due constatarono questo stato di cose e nel 1848 pubblicarono il Manifesto del Partito Comunista. In esso è contenuta quella frase famosa, alla fine dello scritto, che invita i "Proletari di tutti i paesi, unitevi!". Si tratta di una frase che sta alla base della nascita della coscienza di classe, del partito comunista e del sindacato dei lavoratori.
D'altra parte, nella Londra dell'800, come scriveva Charles Dickens (1812-1870) in forma più o meno autobiografica in Le avventure di Oliver Twist (1837-1839), c'erano i ragazzi di strada che 'lavoravano' per conto di qualche pappone che li avviava all'accattonaggio o al borseggio. I più piccoli elemosinavano in qualche angolo della città, quelli più grandi venivano iniziati all'arte di rubare ai passanti.
Dunque, da una parte i bambini venivano sfruttati nel lavoro di fabbrica, a cui fu costretto anche Charles Dickens all'età di circa dodici anni. Dall'altra i bambini poveri che erano, per così dire, 'randagi', abbandonati a se stessi, venivano accolti da qualche adulto delinquente che li sfruttava avviandoli all'accattonaggio o alla delinquenza minorile. In cambio questi bambini o adolescenti avevano un letto dove dormire e del cibo, un tetto sulla loro testa. Questi bambini e fanciulli vivevano in condizioni difficili, sia quando andavano in fabbrica a lavorare, sia nel caso che fossero avviati a racimolare denaro con l'elemosina o con il piccolo furto. Oltre a essere sfruttati, potevano essere trattati male dai genitori a casa o dal caporeparto in fabbrica i bambini o gli adolescenti di famiglia, mentre era il pappone che trattava male i 'randagi'. Entrambi erano costretti a subire traumi psichici che non si sarebbero mai risolti, e da adulti, nel caso in cui fossero sopravvissuti a quelle condizioni di vita così disagevoli e raggiungere la maggiore età, avrebbero, a loro volta, traumatizzato altri individui. La perversione morale non avrebbe avuto così fine, e avrebbe preso, probabilmente, anche la strada della perversione sessuale.
Sigmund Freud: la sessualità perversa polimorfa
Sigmund Freud nel 1905 pubblica i Tre saggi sulla teoria sessuale. In questo libro egli afferma che i bambini hanno un corpo sessuato e che la loro sessualità è perversa e polimorfa. Naturalmente, Freud spiega cosa voglia dire questa sua definizione della sessualità infantile. La sessualità dei bambini è immatura e parziale, e si sviluppa secondo fasi o stadi. In ogni fase prevale l'attivazione di una particolare zona erogena. La prima zona erogena che si attiva è quella orale. Il bambino, dice Freud, succhia con delizia il capezzolo della madre durante la prima infanzia, e soprattuto durante il primo anno di vita. Successivamente, verso il secondo anno, si attiva la zona erogena anale. Così, oltre al piacere che il bambino prova con il cibo, adesso prova piacere anche con l'attività del trattenere o espellere le feci. Verso il terzo anno di vita viene acquisito il piacere immaturo della stimolazione genitale. Il maschio può avere un'erezione, prova un piacere di eccitazione ma che finisce lì. E' soprattuto tra i tre e i cinque anni che i bambini maschi attraversano il complesso di Edipo, mentre le femmine il loro equivalente al femminile (il complesso di Elettra). Come è noto, nelle fantasie del bambino c'è il desiderio, osserva Freud, di voler fare i bambini con la mamma, per cui egli è geloso del papà e vorrebbe la mamma tutta per sé, mentre la bambina è gelosa del papà, da cui vorrebe lei fare i bambini, per cui vorrebbe il papà tutto per sé. Successivamente, dopo i cinque anni circa, subentra il periodo di latenza, per cui le pulsioni sessuali parziali entrano in letargo. Il risveglio avviene con il raggiungimento della maturazione puberale, che segna il passaggio alla sessualità adulta. E' tra i tredici e i quindici anni circa che avviene la trasformazione biologica puberale, e non sarà indolore, in quanto i pre-adolescenti attraverseranno questa fase vivendo delle profonde insicurezze circa la loro identità sessuale, e i conflitti che li accompagneranno.
D'altra parte, come più tardì osserverà lo psicoanalista Erik H. Erikson, ogni stadio di sviluppo comporta dei conflitti da gestire, e nel caso in cui questi conflitti vengono gestiti male può subentrare un disagio rispetto a una particolare fase di sviluppo. Se questo può valere per gli stadi di sviluppo fino alla pubertà, la stesso ragionamento clinico, secondo Erikson, si può estendere per i successivi stadi del ciclo vitale che arrivano alla senescenza. Nella teoria del ciclo vitale di Erikson, gli stadi psicosociali sono otto, e assimilano i primi cinque stadi freudiani che arrivano fino alla pubertà.
Queste varie forme di sessualità parziale che si sviluppa a stadi nell'infanzia, e che rappresenta la freudiana sessualità perversa polimorfa, con la maturazione puberale si integra con la sessualità genitale, subordinandosi a quest'ultima. La sessualità genitale post-puberale è rivolta alla riproduzione biologica di altri esseri umani. Tuttavia, prima di Freud, nel corso dell'epoca che lui visse, le epoche successive a lui fino ai nostri giorni, sappiamo tutti benissimo che la sessualità non è stata mai gestita con l'esclusivo obiettivo della nascita della prole.
La sessualità è il massimo dei piaceri a cui mirano le unioni dei corpi degli esseri umani, e sappiamo che essa è stata sempre realizzata per ottenere piacere sessuale anche e soprattutto unendo la sessualità genitale con quella perversa polimorfa.
In base alle epoche e alle leggi dei vari Paesi, la sessualità è stata più licenziosa o più restrittiva. Nel '700, per esempio, in Francia c'era in voga un certo libertinaggio, che veniva praticato con un certo scalpore dal Marchese Donatien Alphonse Francoise de Sade (1740-1814). Lui disse che i romanzi erotici che scriveva parlavano di pratiche sessuali che in realtà non metteva personalmente in atto, almeno non del tutto. Tuttavia, l'orientamento sessuale che in questi scritti si parla ha dato luogo, molto più tardi, al nome di sadismo alla parafilia che consiste nell'infliggere dolore fisico al partner sessuale e provarne piacere, oppure nel trarre piacere dal provocare umiliazioni psicologiche in altre persone, anche differenti dal contesto privato ed erotico. In fondo, nel fenomeno del bullismo è presente questa forma di sadismo morale.
Più tardi uno scrittore austriaco, Leopold von Sacher-Masoch (1836-1895), scrive dei romanzi erotici in cui emerge un orientamento sessuale caratterizzato dal fatto che il partner sessuale accetti di lasciarsi asservire e schiavizzare. In questo tipo di partner sessuale c'è anche il piacere di lasciarsi punire dal compagno, come anche la possibilità che si mettano in atto comportamenti feticisti. Krafft-Ebing considerò l'orientamento sessuale che ne derivava come masochismo, ma von Sacher-Masoch non era per nulla d'accordo e rifiutò l'associazione tra la sua opera erotica e la definizione di "masochismo". Secondo von Sacher-Masoch, i comportamenti sessuali di cui parlava nei suoi romanzi non aveva senso che fossero stigmatizzati come 'perversi'.
Inoltre, il filosofo francese Gilles Deleuze, in Il freddo e il crudele (Deleuze, 1967, tr. it. 1996), ha osservato che non c'è nessun rapporto tra il "sadismo" e il "masochismo", in quanto il primo tende a una relazione di potere con l'altro che distrugge il contratto relazionale, considera la relazione come priva di regole, e se ve ne sono le annienta, prevalendo solo il suo impulso a trarre piacere personale nel provocare dolore alla sua vittima, sia in forma sessuale o morale che sia. Il masochista, al contrario, è attratto da una relazione che mantiene la sua forma istituzionale attraverso il contratto con cui viene istituita. In questo senso, la vittima designata del bullismo non è volontariamente che si pone nel ruolo di 'masochista', ma viene costretta dal soggetto aggressore che invece è spinto dalla volontà di umiliare l'altro (sadismo). Abbiamo dunque un sadico e una vittima involontaria, e non un sadico e un masochista, nella relazione perversa istituita unilateralmente con l'inganno dal bullo o dal gruppo di bulli.
Le pratiche del "sesso estremo", come del resto sono catalogate da certi libri, mostrano come sia vario il mondo della perversione. Una sessualità esclusivamente genitale alla fine risulta ripetitiva e noiosa, per cui ha bisogno di variazioni per renderla interessante ed eccitante. Le pratiche sessuali possono così risultare semi-perverse o simil-perverse, o perverse del tutto. Le perversioni fine a se stesse sono però distruttive, e a volte possono portare alla morte dei soggetti che le praticano. I 'giochi perversi' della maggioranza delle coppie possono sembrare delle perversioni, ma di solito sono più che altro delle variazioni sessuali, in cui l'elemento 'perverso' è molto diluito e non ha niente di estremo. Così, la maggior parte delle coppie moderne pratica la sessualità genitale con 'variazioni perverso polimorfe', che non sono delle vere e proprie perversioni. In queste ultime, invece, domina l'elemento dell'odio verso il partner (Stoller, 1975, tr. it. 1978).
Ogni generazione afferma che quella successiva sia più emancipata della propria rispetto alla conoscenza sessuale nel periodo puberale e adolescenziale. Nella fase della modernità in cui viviamo, e che possiamo chiamare modernità glocale (glocale=fusione di locale e globale), giocano molto, nei comportamenti adolescenziali e tardo-infantili, l'uso delle nuove tecnologie delle immagini (soprattutto il cosiddetto cellullare o telefonino) e Internet. Queste tecnologie sono state erotizzate e vengono a far parte dei comportamenti sessuali e aggressivi dei giovani, al punto che la loro sessualità viene gestita in forma perversa e polimorfa, come anche i loro comportamenti sembra abbiano subito un mutamento psicologico e antropologico epocale verso il narcisismo e la rimozione degli affetti. In questo senso, il fenomeno gruppale del bullismo è caratterizzato da una perversione morale in cui la vittima designata è costretta a subire una sorta di odio che prende, per esempio, la forma del razzismo verso chi ha delle caratteristiche particolari. Può così trattarsi dell'handicap di una persona diversamente abile, dello studente che ama studiare, oppure di chi ha un colore della pelle diverso o appartiene a un'etnia minoritaria che viene stigmatizzata socialmente, di una ragazzina carina e timida.
Freud parlava della fusione e defusione delle pulsioni. Affermava che quando amore e odio sono impastate tra loro ci comportiamo in maniera convenzionalmente o socialmente accettabile per gli altri individui. Il dimpasto pulsionale, invece, può essere rischioso: dal versante della libido, può provocare una regressione a stadi di sviluppo precedenti; dal versante dell'aggressvità, può provocare comportamenti distruttivi verso l'altro e se stessi. (Vedi Nagera, 1969, tr. it. 1978, pp. 80-93).
Le immagini della pubblicità come veicolo delle tendenze alla moda: la precocizzazione dei comportamenti adulti e la sessualità perversa polimorfa come modello
La pubblicità dei settimanali propone, in questi primi anni del XXI secolo e prima del governo Berlusconi del 2008, delle immagini seduttive dove l'oggetto da commercializzare - come orologi, capi di vestiario, gioielli, profumi - viene associato a situazioni di sessualità perverso polimorfa o, in ogni caso, libera dallo schema della sessualità procreativa. Per esempio, una bella e giovane donna al centro dell'immagine viene bramata da moltissime mani maschili. Non si vedono i corpi e i volti di questi uomini, che rimangono nascosti nel buio dello sfondo. In un'altra pubblicità, sono cinque giovani e belle donne che con una rete da pescatore acchiappano un giovane uomo dai capelli neri. Un'altra immagine propone una bella fanciulla di circa tredici anni, con un bel paio di gambe che indossa un vestito cortissimo che fa intravvedere le curve basse del fondoschiena, indossa scarpe con tacchi di circa dieci centimetri, seduta sulle gambe e dritta in se stessa, ripresa dal fotografo dal lato destro del corpo. Una casa di moda mette in scena esclusivamente uomini giovani seminudi, belli, in una camera da letto con una situazione che fa intuire un certo erotismo gay. Modelle al di sotto dei diciotto anni compaiono in abbondanza nei settimanali, in foto che pubblicizzano vestiti. Pubblicità con giovani ragazze e ragazzi fanno intuire un clima orgiastico. In una immagine che pubbliciza vestiti per bambini, ci sono un maschietto e una femminuccia al di sotto dei dieci anni. Lei indossa una cuffia alle orecchie con il cavetto che arriva sul pavimento senza essere collegato a qualche apparecchio. Tra l'altro, le due cuffie appaiono aggressive, in quanto ad esse sono state fissate tanti segmenti di metalli colore acciaio che sembrano spine di cactus molto cresciute. Una maglietta sul bianco con qualche disegno indossata in un modo stravagante che lascia intravedere che sotto indossa una specie di reggiseno (ma quale seno?... sic!) rosso. La pelle attorno all'ombelico è nuda. Poi indossa una gonna jeans con le pieghe e una cintura con chiodi di metallo, scarpe sportive, delle calze nere, di cui quella destra la tira come se l'effetto che si realizza è quello di fissarla alla coscietta come se ci fosse un reggicalze (sic!, ancora). Il braccio sinistro della bambina è attorno alla schiena del suo amichetto. Questi è vestito di bianco, sia pantaloni che maglia si aprono con una chiusura lampo, tra l'altro la chiusura lampo della magliaè aperta poco sopra l'ombelico, e si vede il petto del bambino. Attorno al collo questi indossa una collana (invece di indossarla lei!). Il bambino sulla testa porta un cappello nero alla basco. Le scarpe sono estive, aperte con i laccetti. I pantaloni bianchi hanno una cintura nera con dei disegni sul chiaro. Questa immagine dei due bambini fa un pò ridere, perché c'è una sorta di adolescenzializzazione nel loro vestire e negli atteggiamenti un pò da sfida. C'è qui, da parte del sarto che ha inventato questa moda, una volontà di voler precocizzare i comportamenti dei più grandi, di voler scimmiottare i loro atteggiamenti, e vestire come gli adolescenti i bambini.
In queste pubblicità colpisce il ribaltamento dei ruoli sessuali, dove sono le donne in gruppo che 'cacciano' l'uomo, oppure la scena della poligamia orgiastica, l'erotismo gay, la ragazzina seminuda con un sentore pedofilo, una donna con molti uomini, i bambini che invertono gli atteggiamenti dei loro ruoli sessuali tradizionali. Sono scene che attivano il lato perverso o quanto meno eccentrico dell'immaginario sessuale collettivo.
Si tratta di immagini che rimuovono certi tabù orientamenti convenzionali della sessualità, e propongono una libertà sessuale senza restrizioni, veicolano una precocizzazione sessuale post-puberale. Nella copertina di un settimanale, un bambino di circa sei anni monta con le gambette sulle spalle di un giovane uomo con gli occhiali scuri, con la testa rasata. Noi possiamo presumere che si tratta del giovane papà che tiene il bambino sopra di sé. Questo bambino biondo allunga il dito medio della mano destra mentre le altre dita sono chiuse, esce fuori la lingua. Si tratta di un comportamento offensivo nel gesto, di cui probabilmente non conosce nemmeno il significato. Sulla copertina, sotto il bambino c'è, in caratteri grandi "LA MALEDUCACION (SPORTIVA)". In questo caso, il comportamento del bambino è stato istruito dal fotografo per montare l'immagine che poi sarebbe comparsa sulla copertina del settimanale. Tuttavia, si tratta di una strumentalizzazione per niente 'educativa' nei confronti del bambino, dove la maleducacion semmai è quella del fotografo stesso!
La pubblicità dei giornali, le copertine dei settimanali, vogliono comunicarci che c'è una precocizzazione dei comportamenti adulti, sia sul lato sessuale che su quello aggressivo. D'altra parte, questa precocizzazione dei ruoli sessuali e aggressivi propone nuovi atteggiamenti e comportamenti tra i sessi, dove la femmina sembra emanciparsi dalla sua femminilità, diventando più attiva e aggressiva.
Queste immagini pubblicitarie hanno sicuramente un'influenza sui preadolescenti e gli adolescenti, orientandoli nella moda, nei vestiti, negli acquisti degli oggetti di cui si potrebbe fare a meno, ma che vengono pubblicizzati come oggetti cool, come, per esempio, una certa marca e modello di cellulare. Dunque, queste immagini pubblicitarie pubblicizzano oggetti alla moda e veicolano, allo stesso tempo, atteggiamenti e comportamenti da imitare per essere come i modelli delle pubblicità: all'altezza dello Spirito del Tempo veicolato dalle immagini della moda.
Possiamo chiederci se la crisi economica che sta attraversando la maggior parte dei Paesi occidentali, tra cui l'Italia non è da meno, anzi è uno dei Paesi più a rischio di impoverimento, non faccia cambiare il modo di pensare legato ai consumi degli individui orientandoli verso il risparmio e il low cost, mettendo in crisi il modello consumistico che domina incontrastato e che sta alla base delle politiche della pubblicità e del marketing, come della guerra dei logo delle industrie multinazionali in tutto il pianeta (N. Klein, 2000, tr. it. 2007).
Le tecnologie delle immagini e l'uso perverso di Internet
Il matrimonio tra ragione e incubo che ha dominato il XX secolo ha generato un mondo sempre più ambiguo. Il paesaggio delle comunicazioni è attraversato dagli spettri di sinistre tecnologie e dai sogni che il denaro può comprare. Sistemi d'armi termonucleari e pubblicità televisive di bibite coesistono in un mondo sovrailluminato che ubbidisce alla pubblicità e agli pseudoeventi, alla scienza e alla pornografia. Alle nostre vite presiedono i due grandi leitmotiv gemelli del XX secolo: sesso e paranoia. Nè la soddisfazione di McLuhan per i mosaici informativi ad alta velocità può farci dimenticare il profondo pessimismo espresso da Freud in Il disagio della civiltà. Voyerismo, disgusto di sé, la base infantile dei nostri sogni e dei nostri desideri - questi mali della psiche sono ora culminati nella perdita più atroce del secolo: la morte del sentimento.
(Ballard, 1973, tr. it. quarta ed., 1996, p. XIII).

Il romanzo fantascientifico Crash (1973) di James Graham Ballard, di cui è stato tratto il film omonimo (Usa, 1996, regia di David Cronenberg, Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes dello stesso anno), parla dell'identificazione di Vaughan con la sua automobile fino a diventarne un'unica cosa. L'auto come protesi erotica di un uomo di cui non ne può fare a meno, e di cui la stessa morte in uno scontro automobilistico viene erotizzata perversamente. La tecnologia come parte di sé, un rapporto perverso tra sesso e morte con un mezzo di trasporto, la dipendenza morbosa erotica dall'auto che segnala l'estraneazione dell'uomo da se stesso.
Nell'era dei cellulari accade che i preadolescenti di dodici e tredici anni diventano a tal punto dipendenti da queste tecnologie di comunicazione e dell'immagine da perdere la testa. Trascurano la scuola, diventano bugiardi per ricevere il denaro che serve all'acquisto delle ricariche telefoniche, passano un tempo infinito con in mano il loro cellulare. La stessa dipendenza dei giovanissimi si può registrare nei confronti di Internet e delle chat, oltre che dei videogames. Siamo così di fronte a una sofferenza che è stata chiamata "dipendenza da tecnologie". Questa dipendenza provoca, tra l'altro, insonnia, stress, disattenzione, scarso rendimento cognitivo. Questo fenomeno è stato segnalato in Spagna (Repubblica.it, 13 giugno 2008), ma probabilmente è presente in tutte le nazioni del mondo in cui le tecnologie delle immagini e delle comunicazioni sono diffuse in modo capillare nel tessuto sociale.
In questi primi anni del XXI secolo, iniziano ad apparire sui giornali le notizie choccanti che degli adolescenti vengono sorpresi in qualche parco o zona di una città a fare sesso tra loro, mentre un terzo riprende le immagini col cellulare. I passanti guardano da spettatori passivi, non intervengono, vanno via. Anche in classe, nelle scuole, succede qualcosa di simile. Tra i banchi i ragazzi fanno sesso e un terzo riprende le immagini col cellulare. Queste scene, la cui qualità 'filmica' è scadente, vengono poi inserite in You Tube, per cui possono essere viste dai curiosi del pianeta intero che usa Internet. Un episodio locale diventa di dominio globale. In questo senso, si tratta di eventi glocali. La parola "glocale", che fonde il locale con il globale, è stata inventata da Robertson, e ne sono venuto a conoscenza attraverso gli scritti di Zygmunt Bauman e Ulrich Beck. Probabilmente in classe il sesso si fa quando non c'è l'insegnante di turno.
D'altra parte, accadono episodi di bullismo con vittime i diversamente abili. Anche qui, vengono riprese le scene dell'umiliazione e poi inserite in You Tube. Vittima designata , d'altra parte, può diventare anche un insegnante, maschio o femmina che sia. Nel primo caso, si manipola l'insegnante maschio per trattarlo come una marionetta di cui la regia marionettistica è nelle mani del gruppo di bulli che, in questo modo, gli tende una trappola. La trappola consiste nel sedurre l'insegnante a comportarsi secondo il disegno del gruppo di bulli, per esempio fargli fumare forzatamente una sigaretta o uno spinello in classe e riprendere la scena con il cellulare. Naturalmente, intuiamo che poi queste immagini saranno inserite in You Tube per mettere nei guai il professore. Nel secondo caso, quando l'insegnante è femmina, giovane e carina, i maschi si avvicinano alla cattedra e iniziano a palpeggiarle il fondoschiena, oppure qualche studente più intraprendente si abbassa i pantaloni e le mutandine per far vedere all'insegnante i suoi genitali. Può anche accadere che l'insegnante indossa jeans con la vita bassa, e stando seduta dietro la cattedra i ragazzi quando si avvicinano a lei, e le guardano il didietro, notano che si vede un pò del fondoschiena e una parte del suo tanga, mentre di sopra l'insegnante indossa una maglia corta che si accorcia stando seduta e favorisce la vista della schiena e dei fianchi. Uno dei ragazzi allora attiva il cellulare e riprende l'insegnante dal didietro mentre è seduta, e poi altri iniziano a toccarle quella parte del corpo, mentre l'insegnante lascia fare. Il resto è ancora una volta intuibile: queste immagini riprese con il cellulare costituiscono un breve filmino che viene scaricato in You Tube. Così, la situazione choccante che accade localmente diventa un fenomeno globale quando passa in Internet.
I ragazzi trovano questi comportamenti eccitanti e che procura loro piacere, tuttavia si tratta di un piacere basato sull'umiliazione di una vittima designata, dove un ragazzo della classe, a cui attribuiscono le stimmate del diverso, diventa il capro espiatorio delle loro gesta derisorie e di banalizzazione aggressiva. In sostanza, il bullo attivo, mentre gli altri assistono alla scena come spettatori, trova che sia un piacere, naturalmente tutto suo (un piacere perversamente narcisistico), nel mettere in difficoltà la sua vittima designata e indifesa, o aggredirla verbalmente e/o fisicamente.
Il piacere che trae il bullo in questa sua azione distruttiva verso il coetaneo più indifeso, è un piacere sadico nell'umiliarlo davanti al resto della classe. Il bullo è così incapace di sensibilità e di empatia verso l'altro, non si rende conto del male che gli sta procurando, non si rende conto che in quell'esatto momento lo sta traumatizzando. Il divertimento glocale è così perverso polimorfo: c'è un'umiliazione della vittima designata che viene costretta, suo malgrado, in un ruolo di masochismo morale; c'è anche un piacere voyeristico, nell'assistere a questa situazione di sofferenza a spese della vittima prescelta, nell'inserire queste scene in You Tube contro la sua volontà e a sua insaputa.
In contesti differenti della scuola, i ragazzi usano anche videocamere, macchine fotografiche digitali, oltre ai cellulari, per riprendere le situazioni perverse architettate da loro stessi e da trasmettere poi in You Tube. Il perverso polimorfo è diventato una tendenza cool dei ragazzi. La rimozione della psicodinamica degli affetti, tra cui la compassione verso l'altro se è debole o indifeso, l'orientamento narcisistico diffuso, tra cui rientra il modo di essere perverso polimorfo anche in età posto-puberale, orienta i ragazzi a costituirsi in gruppetti spietati che si divertono inferendo contro un capro espiatorio stigmatizzato esterno al loro gruppo. I maschi si specializzano, per esempio, nella creazione di trappole glocali per umiliare e sfruttare la loro vittima designata. E' il caso, per esempio, dello stupro di gruppo nei confronti di una ragazzina indifesa.
Come abbiamo già accennato, anche gli insegnanti, quando i ragazzi sono a scuola, possono cadere in una di queste trappole glocali. Il rischio per l'insegnante è quello di essere ritenuto responsabile dell'accaduto e di essere licenziato, ma a torto su proposta dei suoi superiori e su disposizione del ministro. Se il ministro dell'istruzione agisce così, lo fa più per difendersi dall'opinione pubblica e per non inimicarsi il suo elettorato, non per ricercare la dinamica dei fatti e colpire i veri colpevoli dell'evento increscioso.
Possiamo chiederci dove sono i genitori di questi ragazzi, se hanno disertato il loro ruolo di educatori e delegano questo ruolo esclusivamente alla scuola, infischiandosene dei loro figli. I genitori dei bulli chi sono? Non si sentono responsabili nei confronti dei loro figli? Non interessa cosa fanno quando sono fuori di casa? Sono del tutto incapaci nel mestiere di genitori? Invece di interessarsi ai loro figli, di che cosa si interessano, esclusivamente dei loro egoismi di adulti? In fondo, anche questi genitori di bulli sono, come tutti, figli della civiltà in cui viviamo in Occidente e che provoca i suoi disagi epocali.
Il bullismo al femminile
Le bullette amano spegnere le sigarette sul braccio delle loro rivali, inventarsi pretesti per aggredirle con sberle, appartarle in posti non frequentati per derubarle di soldi, cellulare e lettore Ipod. Inoltre le bulle appaiono molto egocentriche nei loro modi di fare volgari, vestite in modo vistoso, indossano piercing in varie parti del corpo, possono anche mostrarsi con la testa rasata. I fidanzatini li possono trattare male, aggredendoli anche con le mani. In sostanza, queste ragazzine vogliono apparire minacciose e mettono in atto comportamenti delinquenziali nei confronti delle loro coetanee.
Il fenomeno viene rilevato soprattutto nelle scuole. E' lì che viene segnalato di più. Il fenomeno sembra una sorta di "emulazione" dei maschi, in modo che queste ragazzine violente diventino leader per le loro coetanee. Da un punto di vista psicologico, sembra che queste teppiste mettino in atto il meccanismo di difesa dell'identificazione con l'aggressore: 'diventate come me, identificatevi con me, se non volete che ve le suoni!' Le baby gang in Italia sono presenti al Sud come al Nord, ma in ogni zona geografica il fenomeno ha delle caratteristiche proprie. Le ragazze del Sud, osserva la psicologa Ada Fonzi, sono più figlie di famiglie povere e/o malavitose. Se a scuola queste ragazze si comportano da bulle e vengono riprese dagli insegnanti, poi i genitori, quando si presentano a scuola, si mettono dalla parte delle loro figlie, e non vogliono sentire i fatti rispetto ai loro comportamenti ostili. Le figlie vanno difese a oltranza, qualsiasi comportamento offensivo abbiano messo in atto. Questa è la linea dei loro genitori. Anzi, questo tipo di genitori che non vogliono sentire lamentele nei confronti delle loro figlie se la prendono con gli stessi insegnanti. Un caso del genere è stato segnalato a Civitavecchia. Inoltre, queste adolescenti teppiste mostrano dei rancori nei confronti delle ragazze che si comportano bene. E' come se le prime avessero nei confronti delle seconde un "odio sociale". La Società italiana di pediatria rileva che queste ragazze mostrano un bullismo soprattutto "psicologico". Così, usano la tecnica di isolare la loro vittima designata ricorrendo a calunnie e dicerie che mettono in giro. Inoltre, ricorrono al bullismo informatico attraverso sms anonimi o interventi sui blog. (Carlucci, 2008b, pp. 34-35).
La scrittrice Isabella Santacroce, intervistata da Alessandra Retico, ribalta certi stereotipi femminili, e afferma che tutti, senza distinzione di sesso, "siamo leoni che sbranano gazzelle" (insomma, un altro modo di dire per homo homimi lupus). Inoltre, secondo la Santacroce, oggi c'è un cambiamento nei ruoli giocati tra maschi e femmine (cosa che ho rilevato anch'io più sopra). Il maschio sembra spaventato dal nuovo volto della femmina, che appare più aggressivo. Tuttavia, il maschio pretende che l'altro sesso sia forte e non timido, insicuro o fragile. D'altra parte, la femmina azzera la sua femminilità, probabilmente "per invidia" (nei confronti di chi?, di che cosa?, della forza muscolare del ragazzo?, della sua aggressività?, del suo testosterone?). Quelle di Santacroce sono, naturalmente, delle ipotesi da confermare o sconfermare (Retico, 2008, p. 35).
Nello Spirito del Tempo attuale, la donna aggressiva e delinquente viene rappresentata anche da un fumetto il cui primo numero è uscito a maggio 2008. Si tratta di Cornelio e l'episodio si chiama "Il club della paura". In questo numero d'esordio, un medico donna, Anna, si rivela una feroce assassina. Anche in questo caso di disordine dell'identità femminile siamo di fronte a una forma di deriva anarchica di tipo criminale che ribalta lo stereotipo della donna dolce e gentile.
Bullismo sessuale glocale
La giornalista Pamela Paul ha pubblicato un saggio notevole sul Pornopotere (Paul, 2005, tr. it. 2007) in cui afferma che l'esposizione al materiale pornografico avviene sempre più a un'età precoce. Così già nell'infanzia e in preadolescenza si entra in contatto con il porno, soprattutto in Internet, ma anche con i cellulari. In questo modo, i bambini e i preadolescenti americani, (come del resto quelli europei), vengono iniziati al sesso in forme pornografiche.
Non possiamo stupirci, allora, se poi i preadolescenti e gli adolescenti realizzino quella miscela esplosiva di stupri di gruppo glocali ripresi con le videocamere o i cellulari, che poi trasferiscono in Internet, in siti come You Tube.
Inoltre, osserva la Paul, la relazione donna-uomo si sta modificando anche a causa della pornografia. Nei maschi essa genera aspettative sessuali inaudite, mentre le femmine si sentono inadeguate se non si pongono all'altezza delle aspettative sessuali maschili mediate dalla pornografia. In questo senso, la pornografia si configura come una forma di estraneazione per entrambi i sessi.
La Paul riporta il parere di Gary Brooks, un insegnante universitario di psicologia che si è occupato delle conseguenze che il porno ha sui maschi. Brooks osserva: "I ragazzi scoprono la propria sessualità masturbandosi di fronte a immagini irreali di donne e in questi modo perdono la capacità di porre l'accento alla sensualità e sulle relazioni interpersonali." (Paul, 2005, tr. it. 2007, p. 244). Osserva la Paul che se un ragazzino sbaglia a usare le parole nel corteggiare una coetanea, o una ragazzina più piccola di lui, può ricevere come risposta di essere lasciata in pace. Se invece le dice che è carina, che le piace, può darsi che abbia successo, e la ragazzina comincerà a domandarsi se veramente a lui piace. Due risposte, due apprendimenti differenti. In ogni caso, attraverso questi tentativi, il maschio inizia ad apprendere il 'come fare' per avere successo con l'altro sesso nel corteggiamento. Al contrario, se invece il giovane maschio si rivolge alla pornostar, lei non ha bisogno di essere corteggiata. La pornostar in un attimo agisce per soddisfare le fantasie sessuali del ragazzo. Con la pornostar non importa come si deve comportare il ragazzo, lei soddisfa in ogni caso i suoi desideri sessuali, in maniera veloce e senza ostacoli, mentre non è così con la preadolescente che può essere meno accondiscendente (ibidem, p. 245).
Dal punto di vista educativo, la pornografia non va bene per i ragazzi. In questo senso, è bene che tra loro e i genitori ci sia un dialogo sulla sessualità, in modo che i figli comprendano quanto il porno sia lontano dalla realtà. I ragazzi dovrebbero apprendere che fantasia, cultura reale, pornografia come industria economica, sono tra loro intrecciate. Secondo Zilbrod, è meglio che i genitori diano delle buone risposte su che cosa sia la pornografia, invece di lasciare il figlio in mano al porno. Se i figli non hanno le risposte adeguate alla sessualità, accade che cercano di colmare questo vuoto rivolgendosi a chi gli può dare delle risposte soddisfacenti, e il porno può dare delle 'risposte' immediate. (ibidem, pp. 247-248).
I ragazzi preadolescenti, ma anche i bambini, oggi possono accedere al materiale porno tramite Internet, o trovarselo per casa nei dvd o nei giornali porno lasciati dove capita da parte dei genitori. Questo materiale può essere facilmente 'consultato' essendo a tutti i familiari visibile. Con Internet il sesso porno è alla portata anche dei più piccoli. I preadolescenti, d'altra parte, osserva la Paul, si mandano e-mail in cui parlano di sesso esplicito, dei loro organi sessuali. Inoltre il porno può essere presente anche nei videogiochi (ibidem, p. 236).
Accade anche, in America, che le ragazzine diventino fans di pornostar come Jenna Jameson e che, per esempio, alla presentazione del suo libro Fare sesso come una pornostar loro le abbiano confessato di voler essere brava come lei nel fare sesso, per essere cool quanto lei a livello erotico (ibidem, pp. 238-239).
I ragazzini così crescono che conoscono già le immagini del porno, anche quelle più estreme, ed è probabile che se non ci sia qualcuno come i genitori, gli insegnanti in classe o un operatore sanitario che faccia diverse ore di educazione sessuale a scuola, i ragazzini si convincono che l'approccio con le ragazzine non passa dal corteggiamento e dalla relazione interpersonale. I casi di sesso di gruppo, di stupro, tra i ragazzini è probabile che si basino sulla convinzione errata che la via per ottenere dei rapporti sessuali sia quella di imitare le situazioni che propongono le immagini del materiale porno, ottenendolo attraverso delle astute estorsioni di gruppo nei confronti delle ragazzine e l'uso delle riprese delle scene sessuali con il cellulare o una videocamera.
Dal 2006 a oggi, volendo considerare gli anni più recenti, sono numerosi i casi di bullismo sessuale glocale. Qui vorrei accenare a uno che è successo nel maggio 2008. Una preadolescente di meno quattordici anni, della zona di Lucca, è stata ingannata da un ragazzo e poi costretta a concedersi, sessualmente, a un numero incredibile di ragazzi. La ragazzina è stata coinvolta in almeno quindici episodi di sesso di gruppo con adolescenti e alcuni ventenni, avendo rapporti con un totale di ottanta maschi in vari incontri. E' certo un fenomeno choccante che rimanda a una sorta di mutazione nel bullismo sessuale di gruppo.
Dal racconto giornalistico (Bologni, Selvatici, in la Repubblica, 21 maggio 2008, p. 21; Montanari, in: ibidem), sappiamo che la preadolescente all'inizio fu convinta da un ragazzo ad appartarsi con lui verso il fiume, per fare sesso. Tuttavia, non si trattava di un incontro sentimentale, oltre che sessuale, a due. In realtà, l'incontro non aveva nulla di sentimentale, e dopo il rapporto sessuale con il primo ragazzo compaiono altri maschi adolescenti. La ragazzina viene convinta, tra l'altro con delle minacce, a fare sesso anche con gli altri ragazzi. Inoltre, c'è la faccenda della cinepresa che avrebbe ripreso le scene di sesso. La ragazzina viene allora minacciata di fare sesso con il gruppo se non vuole che quelle immagini registrate in videocassetta finiscano in Internet o dai suoi genitori.
Sembra che la ragazzina fosse diventata consenziente a queste sessioni di sesso gruppale, ma è probabile che le minacce di essere derisa dal gruppo, se non avesse accontentato i ragazzi sessualmente, la spingesse a sottostare ai loro capricci perversi.
Anche in questo caso, veramente inaudito, interviene la tecnologia delle immagini e il suo uso perverso. Vengono riprese le scene in un particolare luogo isolato (aspetto locale del fenomeno), e poi si minaccia la ragazzina che se non continua a soddisfare il branco quelle immagini saranno trasferite in Internet (aspetto globale). Lo stupro di gruppo diventa così un fenomeno di bullismo sessuale glocale.
Fenomenologia del bullismo glocale
Il bullusmo, nell'epoca della globalizzazione, va considerato come un derivato del narcisismo patologico. Se consideriamo le situazioni in cui si manifesta, soprattutto nelle scuole medie inferiore e superiore, notiamo che riguarda un bisogno di affermare se stessi a livello locale e globale, come del resto si apprende dalla mentalità del tempo in cui viviamo. A tal fine, viene utilizzata l'aggressività in termini di avere potere sull'altro.
L'affermazione narcisistica di 'avere potere sull'altro' può essere orientata in due modi fondamentali: 1) aggredendo l'autorevolezza dell'adulto, usando l'astuzia per metterlo in una situazione trappola, prima seducendolo a comportarsi come vuole il gruppo e quando la seduzione è riuscita far scattare la trappola con l'uso del cellulare o della videocamera, per riprendere l'adulto nella situazione che ne compromette l'immagine e lo status. Di solito il bullismo glocale con l'adulto è stato rilevato con gli insegnanti presi di mira da parte del gruppetto di bulli, che vuole innescare la trappola glocale. Il gruppetto si 'studia' l'insegnante designato alla trappola, in modo da trovare la tattica appropriata per metterlo nel sacco. Ci sono, inoltre, le caratteristiche particolari che riguardano il sesso dell'insegnante
, e i bulli tengono conto di questo se vogliono mettere in imbarazzo l'insegnante in senso sessuale. L'insegnante viene messo in una situazione disagevole che intacca il suo status di 'educatore', viene spinto alla trasgressione comportandosi anche in modo contrario rispetto alle sue stesse convinzioni etiche, o trasgredendo quanto è stato stabilito dalle istituzioni sociali come 'sano', 'etico', 'civile'. In questo senso, non possiamo sottovalutare la portata dell'influenza psicologica che può avere il gruppetto dei bulli sull'insegnante preso di mira e sul resto degli altri studenti, un'influenza psicologica che va verso la barbarie e che provoca paura. 2) I bulli prendono di mira, nella classe scolastica a cui appartengono, i ragazzi che vengono giudicati indifesi per qualche loro caratteristica: a) i diversamenti abili, che vengono aggrediti e umiliati; b) gli allievi studiosi, bravi a scuola, che sono oggetto dell'invidia dei bulli e che vengono umiliati per questa loro dedizione allo studio; c) le ragazze carine e indifese, per esempio se sono timide, che vengono intrappolate in situazioni in cui sono costrette a cedere al volere del branco. In tutte queste situazioni, immancabilmente poi viene fatta scattare la 'trappola glocale': essa consiste nell'essere filmata con il cellulare. Può scattare il ricatto nei confronti della vittima designata e che quel filmino, in un secondo tempo, possa essere inserito in You Tube se in cambio essa non viene incontro alle richieste che le vengono formulate; oppure, per soddisfazione sadica, il filmino compare in ogni caso su You Tube solo per provare un'
emozione globale a spese della persona indifesa.
In questo tipo di psicologia c'è indifferenza nei confronti della vittima, delle emozioni che può provare in senso di stress e di aggressione subita. I bulli sembra che non siano consapevoli di provocare dei traumi alla persona che stanno aggredendo con le loro bravate, o, peggio, ne sono in qualche modo 'consapevoli' e malignamente mostrano che è proprio ciò che vogliono sentire l'emozione del godimento perverso a danno di qualcuno che non riesce a difendersi, mostrando una totale incapacità di compassione empatica verso l'aggredito. Gli aggressori mirano solo al loro piacere a discapito della vittima designata, che così viene spogliata della sua personalità, banalizzata, strumentalizzata, ridotta a un corpo-cosa-macchina-di-piacere, resa inerte, a cui viene sottratto il diritto di opporsi come il diritto di provare emozioni discordi. Nel caso accennato nel paragrafo sul "bullismo sessuale glocale", la vittima designata subisce un ricatto, viene degradata allo status umiliante di corpo-cosa-schiava. Del resto, fuori dalla scuola i bulli si 'divertono' ad attaccare anche gli anziani, in ogni caso tutte le persone nei confronti delle quali si sentono forti e possono facilmente esercitare, vigliaccamente, le loro aggressioni prevedendo, nello scegliersi la 'vittima', di non subirne ritorsioni.
C'è in tutti i casi di bullismo attuale la motivazione perversa di sentire di avere potere sull'altro. L'altro di solito viene scelto per la sua apparente incapacità a difendersi, per esempio, perché viene 'catalogato' dal bullo come appartenere a una categoria di persone che secondo lui sono innocue e facilemte aggredibili senza, a sua volta, esserne aggrediti. I bulli così selezionano la loro vittima intuendo nell'altro una sua 'debolezza' a difendersi, in modo da avere potere su di lui in maniera facile. Il tipo di angheria, sopruso, umiliazione che viene messa in atto dipende dalle caratteristiche della vittima prescelta e dalle caratteristiche del gruppo di bulli, o del singolo bullo. Basta vedere il film Arancia meccanica di Stanley Kubrick, tratto dal libro di Anthony Burgess con il titolo omonimo, per farsi un'idea generale di cosa sono capaci i teppisti e i bulli che stuprano, rubano e arrivano anche a realizzare l'omicidio.
Il potere sull'altro viene esercitato attraverso l' "istinto sadico" (M. Klein) agito nelle forme della tortura e della violenza. L'altro viene costretto a subire la volontà sadica dell'aggressore che trova piacere nel provocare sofferenza in una situazione unilaterale, in cui è sicuro di non riceverne a sua volta. Il narcisismo patologico del bullo o del teppista mostra costui come un individuo cinico e indifferente nei confronti della sorte della sua vittima, che invece viene degradata a un balocco inanimato, un trastullo per i suoi divertimenti aggressivi e, probabilmente, sessuali nella forma di stupro. L'altro viene ridotto, così, a un giocattolo-cosa privo di sentimenti e di cui si può disporre a piacimento per il proprio divertimento personale o di gruppo. Per ottenere questo risultato, occorre che l'altro, la vittima, sia in potere del bullo narcisista. La mossa del tranello in cui deve cadere la potenziale vittima è essenziale per poterla avere nelle sue mani l'aggressore.
La tecnologia delle immagini (cellulare, videocamera, Internet) viene utilizzata per riprendere le immagini-trappola del tranello da parte del bullo della nostra epoca. Queste immagini-trappola, come già abbiamo avuto modo di dire, sono utilizzate per avere potere sull'altro e costringerlo a comportarsi secondo il proprio volere, in modo da soddisfare le fantasie di onnipotenza dell'aggressore. In questo caso, non c'è nessun rispetto e riconoscimento dell'altro come persona, come essere umano. Viene negato alla vittima designata il suo statuto di essere umano e di cittadino di una polis democratica, soggetto di diritti e di doveri. L'altro viene degradato a cosa che può subire ogni forma di capriccio e violenza, manipolazione e umiliazione, solo per il piacere sadico dei suoi aggressori.
Lotta al bullismo in Gran Bretagna: il similia similibus curantur della tattica frame and shame
Ne il Venerdì di Repubblica, del 23 maggio 2008, compare un articolo di Enrico Francheschini sulla strategia utilizzata di recente in Gran Bretagna per combattere il bullismo e il teppismo. Si tratta di una proposta interessante da tenere in considerazione, e che qui riprendo dall'articolo del giornalista.
I ragazzi che già erano stati individuati come bulli e teppisti nella Contea inglese dell'Essex, sono stati presi di mira dalla polizia locale. Sono stati selezionati quindici adolescenti che molestavano le persone indifese, come gli adolescenti più giovani o gli anziani, o che procuravano danni all'ambiente urbano, come danneggiare i lampioni, ricoprire i muri di graffiti, distruggere le auto, urinare dove capita, provocare baccano durante la notte, e cose simili. L'idea di far partire l' "Operazione Leopardo" è nata da un ispettore (Joe Burgess) e un sergente di polizia (Gavin Brock). La tattica da seguire è stata chiamata frame and shame, ossia "inquadrare e svergognare", ed è consistita nell'utilizzare gli stessi comportamenti tenuti dagli aggressori giovani contro loro stessi, come, a parere mio, una sorta di 'effetto boomerang' o secondo una convinzione omeopatica che recita, in latino, similia similibus curantur, ossia 'cura il simile con il simile'.
Così ognuno di questi bulli sono stati 'perseguitati' da un team di poliziotti per quattro giorni. I bulli venivano 'inquadrati' in quanto tali, ripresi con videocamere, fotografati, i poliziotti inoltre facevano irruzione nelle loro abitazioni anche quattro volte al giorno. I bulli venivano così derisi, presi in giro, minacciati che se avrebbero messo in atto altri comportamenti violenti, di molestia ad altre persone, di danno all'ambiente urbano, sarebbero finiti in galera. Questi bulli, ad un tratto, si trovavano spaesati nella posizione delle stesse vittime che avevano molestato e da parte di uomini più grandi e grossi di loro, che si potevano permettere di farlo in quanto poliziotti e rappresentanti legittimi dell'ordine nella società. Ora erano i bulli a subire quello che, a loro volta, avevano fatto subire alle loro vittime.
Finita l' "Operazione Leopardo", durata quattro giorni nei confronti dei quindici bulli, gli abitanti dei quartieri a rischio si sono congratulati con la polizia per aver fatto cessare l'emergenza bullismo, in quanto non si sono più ripetute le molestie e gli atti di vandalismo all'ambiente.
Il ministro dell'Interno Jacqui Smith, del governo Gordon Brown, saputo del successo dell'esperimento anti-bulli dell'Essex ha così deciso di estenderlo per tutto il Paese, per arginare la violenza adolescenziale che dilaga dappertutto. Tralascio il commento politico di Franceschini rispetto alle misure di sicurezza prese nei confronti dei bulli. Quello che a noi interessa, in questa sede, è considerare il metodo utilizzato dalle forze dell'ordine inglesi per scoraggiare i bulli dai loro comportamenti. Si tratta di un metodo aggressivo, si potrà commentare, ma è anche vero che, a quanto pare, abbia funzionato, mettendo i bulli di fronte alle loro malefatte, facendo provare loro le stesse emozioni traumatiche che avevano provato le loro vittime.
La vittima del bullismo e l'elaborazione del trauma
Le vittime del bullismo subiscono un danno alla persona, alla propria dignità, un trauma o più traumi che dovranno essere elaborati. Se un trauma non viene elaborato, da solo o meglio con l'aiuto di qualcuno, provoca un disagio nella persona che l'ha subito, una ferita della sensibilità che si riapre, se mai si fosse cicatrizzata, ogni volta una situazione che viene associata al fatto traumatico subito, in passato, rende attuale il trauma stesso, provocando, come minimo, una crisi d'angoscia.
Il lavoro su se stessi, in senso psicologico, mira a conquistare una nuova percezione relativa all'importanza del rispetto e della dignità personale. Non c'è possibilità di ripristinare uno stato di cose precedenti, come pretenderebbe una superata convinzione della medicina della restitutio ad integrum. In realtà, si perseguono nuovi equilibri, nuovi traguardi, una salute che è stata certamente compromessa da una ferita, ma che, grazie alle risorse interne, sia fisiche che psichiche, può permettersi di mirare a un 'nuovo stato di salute' che ha conosciuto la malattia, il trauma, il danno, e che dopo un periodo di lavoro su se stessi si ha la possibilità di raggiungere. La medicina tradizionale chiama questo 'periodo' come "convalescenza", ma questo termine si riferisce, più che altro, alle riprese delle forze fisiche per ritornare a riprendere il proprio posto nella vita quotidiana. Dal punto di vista psicologico, la cosiddetta 'ripresa' è un'esperienza più complessa che passa dalle personali elaborazioni mentali.
Come ho accennato sopra, un 'nuovo stato di salute' non è mai l'utopica restitutio ad integrum. Quest'ultima presupporebbe che ciò che ha provocato qualche aggressione o un danno alla salute non fosse mai accaduto. Sia la psiche che il corpo sono sempre esposti alle sollecitazioni dell'ambiente, e queste sollecitazioni possono essere anche fastidiose, disagevoli se non traumatiche in senso proprio. Se ciò accade, bisogna prendere atto di ciò e favorire la mobilitazione delle risorse terapeutiche per il Sé, al fine di permettere l'acquisizione di un 'nuovo stato di salute', anche se si deve convivere con quelle parti che ci appartengono che invece sono state danneggiate, nella psiche e/o nell'organismo, e di cui ci si deve prendere cura nel corso del tempo.
Prendersi cura di sé non significa ricorrere alla medicina tradizionale in maniera obbligatoria. Si ricorre ad essa dove è necessario, soprattutto se ci sono in gioco malattie croniche o emergenze organiche. Prendersi cura di sé comporta, in maniera particolare, l'elaborazione delle ferite della mente con l'aiuto di nuove prese di coscienza, entrando in rapporto con la psicologia, l'arte, la filosofia, la religione, la letteratura, la poesia, e, perché no, le scienze umane come l'antropologia e la sociologia.
L'essere umano è un'entità vitale olistica, e non un frammento di vita. Questo comporta che la persona ha bisogno di dare senso a ciò che gli accade. Il proprio vissuto cerca chiarificazioni e illuminazioni, e a volte anche la lettura di un buon libro serve a tale scopo, o un dialogo con un interlocutore fidato. A volte ci confidiamo con uno sconosciuto in una situazione di passaggio, come può essere un viaggio in treno, oppure con un barman di un locale in cui entriamo per la prima volta. Si racconta qualcosa di sé per ricevere una risposta disinteressata, che illumini il vissuto della propria mini narrazione. La modernità, dal XX secolo in poi, ha eletto come luogo privilegiato per narrare se stessi la stanza dello psicoterapeuta. Prima con la scusa di comunicare i propri peccati al prete, in confessionale, si aveva modo di parlare dei propri vissuti, ma se ciò accadeva il prete non di rado si mostrava imbarazzato e sbrigativo, e liquidava il fedele frettolosamente, dandogli la penitenza in preghiere che secondo lui meritava. Il fedele, invece, usciva fuori dal confessionale con una certa frustrazione per sentirsi incompreso. La psicoterapia ha fatto un passo avanti rispetto alla religione cattolica, ma entrambi sono delle esperienze d'anima che hanno delle imperfezioni e dei limiti se consideriamo quelle che sono le esigenze della persona che si rivolge all'una o all'altra in cerca di aiuto e comprensione.
Nel caso in cui si è 'vittima' (anche se involontaria) di un fenomeno detestabile e destabilizzante come quello del bullismo glocale, occorre evitare il più possibile di identificarsi esclusivamente con quanto soggettivamente si è subito. All'inizio del trauma non può essere che così: la persona si sente in balia di un'azione incomprensibile e violenta da parte del suo aggressore, la mente e il corpo tentano di difendersi come possono senza mediazioni riflessive, essendoci in gioco la propria integrità personale, se non la vera e propria sopravvivenza fisica. Ci si difende con una reazione, anche se questa reazione può essere inadeguata rispetto alla superiorità fisica e distruttiva dell'aggressore. La persona aggredita, dopo che la situazione traumatica appartiene al passato, ha bisogno di recuperare il rispetto di se stessa, l'autostima, la dignità del proprio Sé. L'evento traumantico subito è solo un frammento di vita anche se, purtroppo, distruttivo e che va isolato e circoscritto dentro di sé, costellato di significati per favorire la sua 'guarigione'. L'evento traumatico non è la vita intera, per fortuna, e un frammento di vita segnato dalla violenza subita che può essere superato nel tempo.
E' un errore, al contrario, non parlarne con nessuno, rimanere zitti sul fatto traumatico sofferto, come se si volesse rimanere in una condizione di omertà che favorisce il farla franca dell'aggressore. Infatti, è proprio questo ciò su cui contano gli aggressori che ricattano la vittima: 'se parli, poi vai incontro a delle conseguenze non desiderate'. La vittima invece deve uscire, innanzitutto, dal suo status di 'vittima' e diventare soggetto che si responsabilizza di quanto le è accaduto, per riconciliarsi, alla fine, con se stessa in quanto persona. Alain Touraine, in diversi suoi saggi (Touraine, 1997, tr. it. 1998; Touraine, 2000, tr. it. 2003; Touraine, 2004, tr. it. 2008), attribuisce un'importanza centrale all'idea di "soggetto" in quanto ente che si assume la responsabilità di un mutamento fondamentale, per se stesso come anche per gli altri. Così, anche l'adolescente che ha subito un danno dall'atto crudele, barbaro, di un bullo o di una banda di bulli, ha bisogno di elaborare e superare il trauma, e diventare soggetto di un cambiamento che include il coraggio e la responsabilità di riconciliarsi con se stesso a pieno titolo. Si inizia, se teniamo come punto di riferimento prezioso il bel saggio di Richard F. Mollica (Mollica, 2006, tr. it. 2007), con il narrare la ferita e il favorire le risorse della resilienza.
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