INDICE DEI PARAGRAFI
- Qualcosa sulle origini di Heinrich Karl, futuro Henry Charles
- La scrittura alcolica di Charles Bukowski
- L'insofferenza verso la madre e il padre
- Da un lavoro a un altro
- Bukowski assertore del poliamore?...
- L'intolleranza verso le figure d'autorità illegittime, il bisogno di poesia, la scelta di vivere da marginale
- Riferimenti bibliografici
Qualcosa sulle origini di Heinrich Karl, futuro Henry Charles
Il sergente statunitense Henry Charles Bukowski nel 1919 si trovava in Germania ad Andernach per ragioni di servizio militare. Lì conobbe Katharina Fett che lavorava come sarta. Il sergente fu attirato dalla giovane, e così cominciò a corteggiarla, a portarle del cibo, a parlare in tedesco e a rivelare che pur statunitense le sue origini erano tedesche. Henry Charles Bukowski alla fine riuscì a sedurre Katherina, e poco tempo dopo lei rimase incinta. I due si sposarono il 15 luglio 1920, prima che nascesse Heinrich Karl, come il prete chiamò il loro figlio, pari pari ai due nome del padre dopo che fu nato il 16 agosto del 1920.
La coppia pensava di rimanere a vivere ad Andernach, visto che Henry Charles si era ormai congedato dal servizio militare. Tuttavia, sopravvenne una grave crisi economica nel 1923 da rendere difficile vivere in Germania. Henry Charles allora propose di ritornare negli Stati Uniti e di portare con sé la moglie e il figlioletto, così il 18 aprile del 1923 la famiglia Bukowski prese la nave President Fillmore da Bremerhaven per Baltimora.
La famiglia Bukowski allora, dopo l'arrivo negli Stati Uniti, alloggiò temporaneamente in questa città, intanto Henry Charles si mise a lavorare fino a mettere da parte il denaro per trasferirsi in California, dove lui era nato e vissuto. Così, nel 1924 i Bukowski presero residenza a Los Angeles. Questa città divenne anche quella del futuro scrittore, figlio di Henry Charles e Kate (il nome della madre americanizzato), dopo aver 'peregrinato' per lavoro in diverse città degli Stati Uniti, nel corso della giovinezza (Bukowski, 1975, tr. it. 1996; Sounes, 1998, tr. it. 2000).
Crescendo con dei genitori incompetenti e affettivamente inadeguati a Los Angeles, il piccolo Henry Charles (anche qui, troviamo l'americanizzazione dei nomi, in questo caso del piccolo Bukowski) iniziò a conoscere quelli che sarebbero diventati gli incubi della sua infanzia e della sua adolescenza, tra il sadismo punitivo del padre e una abnorme patologia della pelle che l'avrebbe segnato per sempre. (Bukowski, 1982, tr. it. 2000; Sounes, 1998, tr. it. 2000).
Come risulta, tra l'altro, dalle sue lettere (Bukowski, 1993, copyright Linda Lee Bukowski, 1995, tr. it. 2000, vol. primo; Bukowski, copyright di Linda Lee Bukowski, 1995 e 1999, tr. it. 2001, vol. secondo), Charles Bukowski fu un uomo fragile e che soffriva di crisi depressive. Preferiva strarsene solo e tranquillo. La sua opera era incentrata prevalentemente sul rapporto con le donne, e se prima vedeva la donna se non attraverso il sesso, poi scoprì anche il fascino della comunicazione, però dopo il rapporto sessuale. Quando Buk andava avanti con l'età, il suo modo di rapportarsi con gli altri divenne più gentile e dolce. L'amore stabile con Linda Lee lo trasformò, anche se non del tutto, ovviamente.
Essere e divenire, infatti, vanno insieme nella vita, come ognuno di noi può sperimentare nel corso degli anni, per cui l'essere rappresenta quell'insieme di costanti dell'individuo che anche se passa il tempo i suoi modi di pensare e di fare rimangono tali, mentre altre parti del Sé cambiano attraverso l'impatto cognitivo-emozionale con l'esperienza esistenziale. Essere e divenire, d'altra parte, caratterizzano anche le sembianze del nostro corpo: siamo sempre noi, ma cambiati nel corso degli anni: è questo il mistero della biologia che chiamiamo 'invecchiamento', anche se la genetica svela sempre di più questo fenomeno e getta le basi preventive per rallentarlo o, al limite, per invecchiare nel modo migliore. Bukowski, nonostante i suoi acciacchi di salute, i malanni al fegato, riuscì a sfidare sia la malattia che la morte. Morì a settantatre anni consolato dalla moglie e dalla figlia, dai suoi amici. In fondo, non fu un brutto affare per questo omone alto sul metro e ottanta.
La scrittura alcolica di Charles Bukowski
"Ho sempre cercato, quando ho fatto biografie, di pittori o scrittori, il lato che beve o che prende droghe (Baudelaire) che si libera nella sua opera. Mi ha sempre appassionato ritrovare, non l'uomo costruito attraverso l'opera, ma, al di là, l'uomo che dipinge o scrive senza essere costruito."
Jean-Paul Sartre
Una funzione svolta dal continuo bere alcolici, da parte di Charles Bukowski, fu quella di attivare un continuo "flusso di coscienza", come lo chiamava lo psicologo William James. Come se questo flusso interiore della mente non fosse possibile a 'mente lucida'. Sono eloquenti certe pagine delle lettere pubblicate, in questo senso (Bukowski, 1993, copyright di Lee Bukowski, 1995, tr. it. 2000, vol. primo; Bukowski, copyright di Linda Lee Bukowski, 1995 e 1999, tr. it. 2001, vol. secondo) . Sembra che le idee e le parole siano in lui un getto di acqua continua, come lo scorrere di un fiume. Specialmente in questi casi, la sua scrittura in prosa diventa sciolta e poetica. Questo era possibile, però, mentre beveva birra o alcolici, e soprattutto la notte.
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L'odio e la sana ribellione contro un padre moralmente perverso, che praticava una sorta di gratuito sadismo nei confronti del figlio, diventava in Bukowski, più tardi, una ribellione camusiana contro la società. 'Buk' si fece, allora, "uomo in rivolta" contro i lavori che sfruttavano e derubavano la cosa più preziosa che un uomo possa disporre: il suo tempo. Egli divennne così un individualista che si teneva ai margini del sistema, per vivere la sua esistenza come lui voleva nel suo intimo, libero dalle pastoie sociali. In fondo, Bukowski (1920-1994) aveva vissuto negli Stati Uniti che si stavano trasformando da una "società di produttori" in una "società di consumatori", come direbbe Zygmunt Bauman, anticipando l'ondata di consumismo che si sarebbe riversato anche in Europa.
Anche se nel corso della sua esistenza si fece degli amici, Bukowski preferiva o i rapporti a distanza per corrispondenza, o frequentare quelle poche persone che avevano il piacere di bere con lui, o, ancora, e in assoluto, la vicinanza con la donna di turno con cui faceva l'amore, e questo soprattutto durante il periodo che lo scrittore "sporcaccione" e delle sbronze stava diventando famoso e avendo successo. Tra l'altro, Bukowski non riusciva a concepire che ci fossero persone astemie come il suo amico editore John Martin della Black Sparrow Press, che però rispettava. Tuttavia, si teneva alla larga da chi era astemio, che di solito aggrediva con il suo sarcasmo. Inoltre Buk cercava di allontanare tutti gli ammiratori e coloro che erano attratti dal mito 'Bukowski', il poeta ubriacone, piuttosto che dall'essere umano che era in lui.
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L'insofferenza verso la madre e il padre
Bukowski fu insofferente nei confronti delle sue figure genitoriali, che visse come cattive. Con loro si sentì un bambino 'non amato', rifiutato. Possiamo ipotizzare che questa giustificata insofferenza verso i suoi genitori era dovuta alla loro inadeguatezza e all'incapacità di amarlo così come egli era. I suoi genitori si mostrarono non solo affettivamante indifferenti, ma soprattutto il padre si comportò da violento, traumatizzando in maniera crudele il suo unico figlio. Quando i genitori morirono, per Charles fu una vera e propria liberazione.
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Da un lavoro a un altro
La conoscenza di tantissimi lavori precari, che tra l'altro a lui non piacevano, gli fece sperimentare il significato del 'potere sull'altro' che regola le relazioni economiche negli ambienti di lavoro, prima di lavorare, infine, per molti anni presso un ufficio postale a Los Angeles, e da cui immaginò il romanzo Post Office. Bukowski, infatti, fu inorridito dagli ambienti di lavoro alienanti, ma alla fine riuscì a venirne fuori. Probabilmente lui non riusciva a tollerare il clima di costrizione e sfruttamento del lavoro, che gli impediva di vivere come un uomo libero. C'era in questo suo anelito verso la libertà non tanto un bisogno ideale simile a quello di Jean-Paul Sartre, piuttosto un bisogno di vivere un concreto spazio-tempo personale in cui gestire a modo proprio l'esistenza, a un livello di stress sopportabile, tra il tentativo di annullare l'angoscia di rifiuto infantile con costanti surrogati di piacere orale (il bere alcolico, il tabagismo, e, occasionalmente, l'uso di altre droghe), il bisogno di creare con il suo linguaggio colorito e per esprimere quello che teneva dentro, soprattutto di doloroso, sotto l'effetto di alcol e sigarette, la ricerca di piacere sessuale poligamico, il rifiuto di ciò che per lui era alienante e frustrante. Alcol e sesso erano i due fulcri più importanti della sua vita.
Buk, d'altra parte, era incapace di rimanere fedele a una sola donna. Solo più tardi, il Bukowski 'maturo' divenne fedele a Linda Lee, la madre di sua figlia che sposò. Il suo modo di rapportarsi alle donne è illustrato, per esempio, dal romanzo Donne. La necessità di libertà per Buk era una condizione per tenersi lontano da quegli aspetti della realtà degli esseri umani che facilmente lo ferivano. Buk voleva vivere in solitudine per proteggersi dagli altri. La sua non era però una solitudine assoluta, ma una solitudine filtrata, accettando la compagnia di veri amici o delle donne da cui traeva piacere. Con le donne che gli piacevano, del resto, era maledettamente un casanova, capace di sedurle anche se erano sposate, e sotto gli occhi del marito e anche se era un amico.
Bukowski assertore del poliamore?...
Sapevamo della relazione aperta di Jean-Paul Sartre e Simone de Beauvoir e dei loro amanti (Madsen, 1977, tr. it. 1977), che tenessero in piedi contemporaneamente altre storie sentimentali oltre alla loro, sapevamo degli esperimenti di coppia aperta di Catherine Millet (Millet, 2001, tr. it. quarta ed., 2002), di coltivare altre relazioni sessuali sapendolo anche il marito e il marito comportandosi altrettanto nello stesso modo della moglie, o della "scopata senza cerniera" che negli anni '70 propose Erica Jong (Jong, 1973, tr. it. 1975) nel suo romanzo Paura di volare, ma oggi si parla di polylovers che intendono leggitimare la possibilità di coltivare più relazioni contemporaneamente. In sostanza, si tratterebbe di un'evoluzione dalla coppia chiusa verso la possibilità di amare contemporaneamente diverse persone. L'amore può manifestarsi in maniera poliedrica e multipla, anche se ci sono rischi di farsi del male maneggiando un materiale ad alto potenziale esplosivo e che è costituito dalle emozioni dei singoli partners e di come reagirebbero sapendo che il proprio compagno ama anche altre persone, ragionando in termini monagamici.
Da quanto si è detto su Charles Bukowski, possiamo affermare che lui, di per sé, si comportava, superate le prime difficoltà da adulto, come un polylover nei confronti delle donne, anche se il contesto in cui lui si muoveva era quello degli Stati Uniti, in particolare della California, a partire dagli anni '40, quando lui aveva vent'anni o più, in poi. Dal momento in cui Bukowski divenne famoso come scrittore e poeta le donne lo cercavano e lui ebbe parecchie relazioni amorose nel corso della sua vita adulta.
La pubblicazione del saggio di Jacques Attali e Stéphanie Bonvicini (Attali, Bonvicini, 2007, tr. it. 2008) Amori sta avendo una certa risonanza anche nella stampa, dove i due autori affermano che la monogamia sarà storicamente superata nel breve periodo. Il saggio è ben illustrato e ha un taglio storico, di antropologia culturale, anche etologico in quanto parla della sessualità tra gli animali, e ripercorre la storia della sessualità dalle origini ai giorni nostri. Secondo Attali e Bonvicini, la sessualità è destinata a diventare sempre più un'esperienza di piacere condivisa e orientata verso la possibilità di amare contemporaneamente più persone, senza più la catena ideologica iniziata con l'istituzione del matrimonio voluto, in origine, dagli ebrei. Dunque, secondo gli autori francesi di questo saggio autorevole, il futuro dell'amore è il poliamore.
Ci sono altri autori, anche qualche italiano, che sono orientati verso la stessa direzione in fatto di amore (Jenny Block, Christine Angot, Francesco Piccolo, Stieg Larsson, Alexandre Jardin, Kate Christensen) (Marietti, in 22 novembre 2008, pp. 95-96, 98). Dunque, è possibile rintracciare dei segnali sociali, in diversi contesti geografici, che stiamo andando verso un modo di amare che è il poliamore, con tutti i suoi pro e contro, che non staremo qui ad analizzare, e di cui rimando alle fonti citate per un maggiore approfondimento.
Qui volevo soltanto realizzare un collegamento a posteriori tra il comportamento amoroso relativamente tardivo di Bukowski e l'attuale tendenza amorosa rilevata da più autori. In questo senso, e al di là dei motivi che potessero rendere 'affamato di sesso' Bukowski, e credo che alla base ci fosse un bisogno di amore infantile insoddisfatto, possiamo considerarlo un polylover del XX secolo, in realtà in sintonia con il nostro tempo. Su queste basi, possiamo affermare che Bukowski è ancora attuale, diciamo che è un nostro contemporaneo. Tuttavia, ai tempi di Bukowski il problema dell'Aids non c'era e il fare sesso in termini poligamici non era un grosso problema, al limite qualche malattia a trasmissione sessuale era possibile prendersela, ma non si trattava di malattie incurabili, grazie ai progressi della medicina. Se l'Aids comparve verso gli anni '80 del XX secolo, ormai Buk era entrato nella sessantina, e la sua libido non era più 'impellente' come prima. In altri termini, Buk aveva iniziato, come si suol dire, 'a darsi una calmata', anche perché la sua esistenza era diventata più stabile grazie all'amore di coppia con Linda Lee. Oggi le cose sono cambiate, e anche se il tradimento nelle coppie è molto alto, da parte dell'uno o dell'altro partner, o di entrambi, la possibilità di contrarre l'Hiv è un fantasma che accompagna le relazioni sessuali, come il dilemma se usare il preservativo o meno. Sappiamo tutti benissimo che visto l'alta infedeltà sessuale, il condom è sempre consigliato per prevenzione, ma nella realtà le cose stanno in maniera diversa. In questo senso, c'è da chiedersi se vivere il "poliamore" sia salutare se non si prendono le dovute precauzioni, anche perché ogni epoca ha le sue peculiarità in fatto di sessualità.
L'intolleranza verso le figure d'autorità illegittime, il bisogno di poesia, la scelta di vivere da marginale
C'era in Bukowski, come si può facilmente intuire, una intolleranza verso qualsiasi tipo di autorità, soprattutto se questa autorità era falsa o prevaricatrice. La sua esperienza con i genitori gli aveva fatto sperimentare non l'autorità che deriva da una vera autorevolezza genitoriale, rispettosa della persona del figlio, ma quella forma di autorità che invece risultava inappropriata e perversa, per questo illegittima. Ciò aveva minato il suo bisogno d'amore infantile, sentendosi un bambino rifiutato. Inoltre, la forma di grave malattia della pelle che gli procurò delle pustole in buona parte del corpo, anche in viso, in preadolescenza, probabilmente di natura psicosomatica, fu un grave colpo alla sua immagine corporea, aggravando la ferita di non sentirsi amato. Per tutte queste ragioni, Buk si mantenne ai margini della società e del sistema sociale.
Anche le sue scelte femminili caddero su donne marginali, alcolizzate come lui, come con la prima donna con cui ebbe un'importante storia di sentimenti e di sesso, oltre che di sbronze condivise. Si disse che fosse uno spirito anarchico e individualista. Oppure possiamo pensare che all'oppressione di un Super-io tiranno preferì dare più importanza a un Io capace di creare poesia e di lottare per vivere la sua esistenza da uomo libero, pagando però il prezzo dell'autoemarginazione. Ciononostante, fu Buk a spuntarla alla fine, diventando uno scrittore di successo, libero, autonomo, con una donna che amava e una figlia, una casa, una bella auto, degli amici che lo adoravano, nonostante il suo carattere irruento, ruvido, difficile. Visse una serena vecchiaia prima di spegnersi il 9 marzo 1994 a Los Angeles, con un bel pò di denaro che aveva messo da parte, e che continuava a ricevere dalla vendita dei suoi libri. Non era un traguardo da poco che lui raggiunse, nonostante tutti i 'contro' che aveva affrontato e su cui aveva prevalso, come un sopravvissuto, da vero resiliente.
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