martedì 22 maggio 2012

Edgar Morin a Firenze



Stasera, 21 maggio 2012, al Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio, a Firenze, c'è stato il grande sociologo ed epistemologo della complessità Edgar Morin, a presentare il suo ultimo saggio tradotto in italiano: La via. Per l'avvenire dell'umanità, già pubblicato in Francia nel 2011, ora in italiano per i tipi della Cortina Editore, 2012. Ho sempre stimato Edgar Morin, dal momento che ne sono venuto a conoscenza. Da studente, alla Facoltà di Scienze Politiche di Catania, ho studiato il suo saggio L'industria culturale (ed. or. 1962, tr. it. 1963). Poi attraverso riferimenti a Morin da parte di altri studiosi ho preso sempre più consapevolezza dell'importanza di questo sociologo francese. Da allora, quando ho potuto, mi sono procurato saggi di Edgar Morin, diventato uno dei miei studiosi di riferimento, anche dopo che ho preso la seconda laurea in psicologia e che i miei interessi dovevano essere più orientati verso questa disciplina. In realtà, ho sempre coltivato interessi interdisciplinari. Molte delle opere di Morin, che sono state tradotte in italiano, sono presenti alla mia memoria.
Di sicuro è un grande piacere leggere un libro come La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma del pensiero (Morin, 1999, tr. it. 2000), o Il metodo 6. Etica (Morin, 2004, tr. it. 2005), oppure L'uomo e la morte (Morin, 1970, 1976, tr. it. 2002).  Solo per citare qualche titolo della considerevole produzione saggistica di Edgar Morin. Adesso viene a Firenze per presentare La via, e la mia emozione è  grandissima. Nonostante la pioggia, ho deciso di recarmi a Palazzo Vecchio per sentire parlare Morin dal vivo!Ho avuto l'onore di ottenere una sua dedica nella mia copia del suo saggio, e di stringergli la mano. Morin si è mostrato cordiale e sorridente con tutti noi, suoi ammiratori. In fila eravamo in tanti, lì con la nostra copia del suo libro recente, qualcuno con La testa ben fatta, ad aspettare il nostro turno per ottenere la sua preziosa, anche se pur breve dedica.


Dopo aver parlato interrottamente per almeno un'ora, nonostante Morin sia novantenne, pieno di passione, gli applausi dei presenti sono durati diversi minuti. Morin ha svolto il suo discorso sulla "Via" alternativa da intraprendere, per 'salvarci' dalla crisi globale che stiamo continuando ad attraversare - noi che non apparteniamo alla élite del capitalismo finanziario -, in una prospettiva sistemica, come del resto è il suo discorso sulla complessità nei sei volumi della méthode. 
Morin ha parlato di interdipendenza, di comunità di destino, della morfogenesi a cui siamo da lui incoraggiati a intraprendere, per voltare le spalle alla distruttività del nostro pianeta, come fino adesso è stato da parte delle forze del capitalismo e della barbarie umana, non rispettando la natura, non rispettando l'altro, per un calcolo banalmente egoistico e cinico. Morin ha citato anche Immanuel Kant, in apertura e in chiusura del suo discorso.
Non cade fuori luogo il riferimento allo scritto kantiano Per la pace perpetua (Kant, 1795). Kant osservava che ci sono due tipi di 'pace perpetua': quella di cui è oggetto il suo libretto, a favore della vita  (vita tua vita mea), oppure l'alternativa, quella della guerra di tutti contro tutti (mors tua mors mea), è quella, come osserva la dedica impressa ad apertura del suo saggio,"Per la pace perpetua", che è la scritta satirica di un'insegna di osteria, e che si riferisce alla pace perpetua del cimitero!
Morin, dopo una lunga analisi sui mali della nostra civiltà globale, propone la 'via' della solidarietà di tutti i popoli della Terra, per una politica di civiltà orientata verso un rinnovato e costruttivo Umanesimo.  Si tratta di un 'ideale', certo, ma se non si ricorre all'immaginazione, come più volte osserva Morin, non sappiamo che direzione dare alla nostra azione. Saremo all'altezza di questo compito di metamorfosi, simile a quello della "farfalla", della "libellula"? Saremo capaci, noi esseri umani, di trasformarci come dal bruco nasce la bella farfalla? ... Non è un compito facile, ma è una sfida a cui non possiamo sottrarci.
Alla serata erano presenti, oltre all'allievo di Morin, il filosofo Mauro Ceruti, che ha scritto la "Prefazione" del saggio La via, il sindaco di Firenze Matteo Renzi e il rettore dell'Università di Firenze, il professor Alberto Tesi. La  maestosa Sala dei Cinquecento era piena, e diversi partecipanti alla serata con Morin, tra cui io, almeno una prima parte del tempo, sono rimasti in piedi. Dopo che alcune persone sono andate via, ho trovato posto. Ma ritorno subito al discorso di Morin.
Questo interesse verso la solidarietà planetaria credo che non sia solo il punto di vista di Edgar Morin. Anche Zygmunt Bauman dice qualcosa di simile nell'articolo di oggi su la Repubblica, che riprende una parte dell' intervento che leggerà domenica 27 maggio 2012 a Pistoia alle 11.30, per "Dialoghi sull'uomo", e che  ha per titolo La solidarietà ha un futuro? Nell'articolo Bauman riprende un pensiero del collega sociologo  Richard Sennett a proposito della solidarietà e della collaborazione. Rilevo questo per dire che da più parti, almeno tra i sociologi di spicco, c'è questo interesse attuale verso la solidarietà. Morin, Bauman, Sennett, ma possiamo aggiungere anche Ulrich Beck, sono consapevoli della crisi globale che stiamo vivendo, e convergono i loro punti di vista sulla possibilità di costruire un'alternativa basata sulla 'solidarietà', anche se ancora i segnali collettivi verso questa svolta appaiono 'tiepidi', e andrebbero  incoraggiati soprattutto da parte dei capi di Stato, favorendo politiche di crescita e verso, come dice Morin, una possibile politica di civiltà. Nel discorso a Palazzo Vecchio, Morin ha citato Barack Obama rispetto alla possibilità di creare  un'economia solidale. Dal G8 a Chicago di questi giorni, Obama ha incoraggiato i premier europei a intraprendere più una politica di sviluppo, anche considerando che la politica di austerità tedesca non ha portato che a fallimenti. In Italia non pochi imprenditori e lavoratori, in generale, a causa delle tasse che non riescono a pagare, si suicidano.Si tratta di un vero e proprio disastro. Inoltre, il 'vaso di Pandora' dei politici del precedente governo si scoperchia sempre di più e quello che ne esce fuori sono episodi di fango, corruzione, truffa, miserie varie da parte dei rappresentanti di forze politiche che invece volevano apparire come moralizzatori.
Edgar Morin parla della possibilità di una trasformazione degli esseri umani  per rigenerare il nostro pianeta. Soltanto che le difficoltà di questo inizio di cambiamento appaiono oggi, a dir poco, minoritarie. Morin ha spesso pronunciato la parola "esperanza", come dice lui, sì, alimentare la speranza. Morin conosce diverse lingue, oltre al francese, e a sentirlo parlare in italiano con una certa fluidità, anche se con il suo inevitabile accento francese, è veramente una gioia e una speranza, se consideriamo che sta attraversando la sua nona decade.
Se prendo in mano, adesso, il saggio di Morin La via, mi viene di riportare, in questa sede, gli ultimi due capoversi dove l'autore non propone, in realtà, facili vie o un 'ideale', ma tutta la drammaticità problematica della situazione esistenziale attuale che noi tutti, in quanto umanità, stiamo attraversando:

     "Ci si deve, fin da ora, impegnare con ardore in tutte le vie riformatrici, in modo che si delinei la Via che impedirà all'umanità di farsi asservire o distruggere dall'ipertrofia dei poteri che essa stessa ha generato e che non potrebbe più controllare.
     Ben inteso, un disastro planetario annienterebbe non solo la possibilità di metamorfosi, ma anche queste prospettive, almeno per molti secoli. Ma lo ripetiamo: il peggio non è certo. E anche nella peggiore delle ipotesi tutto potrebbe ricominciare per i sopravvissuti, guariti, chissà, dalle nostre carenze, dai nostri misconoscimenti e dalle nostre incomprensioni. Forse costoro troveranno, da qualche parte, fra le rovine di una biblioteca, questo messaggio che ridarà loro speranza e coraggio."
(Morin, 2011, tr. it. 2012, p. 291).

RIFERIMENTI  BIBLIOGRAFICI

BAUMAN  Z.
- 2012, "Istruzioni per una nuova società. Perché la collaborazione sregolata migliora il mondo", in la Repubblica, 21 maggio, p. 49.
KANT  I.
- 1795, tr. it. Per la pace perpetua, "Prefazione" di Norberto Bobbio, a cura di Nicolao Merker, Editori Riuniti, Roma, 2005.
MORIN  E.
- 1962, tr. it. L'industria culturale, Il Mulino, Bologna, 1963.
- 1970, 1976, tr. it. L'uomo e la morte, Meltemi, Roma, 2002.
- 1999, tr. it. La testa ben fatta. Riforma dell'insegnamento e riforma del pensiero, Cortina, Milano, 2000.
- 2004, tr. it. Il metodo 6. Etica, Cortina, Milano, 2005.
- 2011, tr. it. La via. Per l'avvenire dell'umanità, "Prefazione" di Mauro Ceruti, Cortina, Milano, 2012.



Se si è interessati a Edgar Morin:
www.iiac.cnrs.fr/Centre Edgar Morin/

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