lunedì 4 giugno 2012

Il mondo liquido e la speranza di un futuro migliore, nello sguardo sociologico di Zygmunt Bauman

INDICE

1. Da Poznan a Varsavia, da Tel Aviv a Leeds

2. La famiglia Bauman

3. La star della sociologia Zygmunt Bauman

4. Del vivere liquido

5. Zygmunt Bauman a Pistoia, per Dialoghi sull'uomo 2012

6. Dopo il discorso di Bauman a Pistoia...

7. Epilogo, tra timore e speranza

Riferimenti bibliografici

Riferimenti siti Internet

Riferimento cinematografico

Foto


1. Da Poznan a Varsavia, da Tel Aviv a Leeds



Zygmunt Bauman nasce nel 1925 nella bella città di Poznan, che tra l'altro ospita l'università. Nel periodo della Seconda guerra mondiale, Bauman, come tanti altri ebrei, si spostano nella zona occupata dai sovietici quando i nazisti invadono la Polonia e, dunque, Varsavia. Zygmunt ha 14 anni nel 1939, quando fugge nella zona polacca a protezione sovietica. I genitori di Zygmunt erano ebrei, ma non praticavano la religione del Vecchio Testamento. Bauman è, dunque,' di origine ebraica, e questo lo segnerà per tutta la vita, dedicando, più tardi, anche degli studi importanti alla questione degli ebrei nella modernità e all'Olocausto. Successivamente, Bauman entrò nel KBW, ossia un corpo militare che combatteva i nemici del comunismo. Nel dopoguerra, egli inizia a dedicarsi agli studi universitari.  
All'inizio sembra che Bauman fosse orientato a studiare fisica all'università, ma poi opta per gli studi di scienze sociali. A Varsavia, dove si laurea, ha dei grandi maestri, come i sociologi Julian Hochfeld e Stanislaw Ossowsky. Bauman è orientato politicamente verso il socialismo ed è interessato ai problemi sociologici del lavoro. Si interessa prima al marxismo. Successivamente allarga i suoi interessi sociologici e i suoi autori preferiti. Tra l'altro, Bauman ritiene Charles Wright Mills, sociologo statunitense degli anni '50 del Novecento, uno dei suoi punti di riferimento in sociologia, insieme a George Simmel e Antonio Gramsci. Le influenze intellettuali che tuttavia riceve Bauman sono innumerevoli. Dunque, Bauman all'inizio insegna Sociologia all'Università di Varsavia.  Scrive su riviste di sociologia specializzate, ma anche di larga diffusione e lettura. Una di queste riviste si chiama Socjologia na co dzien, che tradotto in italiano sarebbe "Sociologia di tutti i giorni", che ospita lavori di Bauman nei numeri del 1964.
Bauman sposa Janina Lewenson nel 1948. Dal matrimonio nascono tre figlie: Anna, Irena e Lydia.  All'Università di Varsavia, egli rimane dal 1954 al 1968.  Poi, nel 1968, il regime politico polacco dà il via a una epurazione antisemita, per cui Bauman è costretto ad abbandonare l'università e fuggire dalla Polonia con la sua famiglia acquisita. 
La sua destinazione è Israele, e all'Università di Tel Aviv riesce a ottenere una cattedra, dove insegna dal 1968 al 1970. Si tratta, come si vede, di una permanenza transitoria in questo paese. Successivamente, nel 1972, prende servizio come professore di Sociologia all'Università di Leeds in Gran Bretagna. Saltuarimante, Bauman, presso l'Università di Leeds, è anche direttore di dipartimento. Nel 1990 Bauman va in pensione. Da quel momento in poi, egli diventa, e rimane, professore emerito dell'Università di Leeds. Viene fondato, presso  questa università, il prestigioso  Bauman Institut.
Con la moglie Janina Lewinson, nata nel 1926 a Varsavia e scomparsa a 83 anni il 29 dicembre 2009 a Leeds, Bauman aveva trascorso gran parte della sua esistenza. Janina aveva preso la laurea in scienze sociali e politiche e lavorava nel settore del cinema in Polonia. Nel 1968 ha fatto parte del movimento di contestazione. Janina ha pubblicato diversi libri e ha scritto sul dramma della Shoah. Ha vissuto sulla sua pelle l'esperienza del ghetto di Varsavia. Dopo l'epurazione antisemita del governo polacco, nel 1968, Janina emigrò con il marito e le figlie a Telaviv e, più tardi, a Leeds.
Sembra che Bauman, dopo un soggiorno di lavoro a Londra, da un giornale, il Daily Telegraph, abbia saputo che all'Università di  Leeds c'era un posto libero, così si presentò e ottenne quel posto di lavoro, ovvero un incarico come professore di sociologia. Quando Bauman, nel 1971, arrivò a Leeds, dice, era un  luogo degradato dalla presenza delle fabbriche. Più tardi queste fabbriche chiusero e Leeds, a poco a poco, è diventato un posto vivibile, con il verde in città. (Bonsignore, "Il mio Zygmunt inedito", 26-30 marzo 2004, "Posted on 5 maggio 2012 by Bruno", in www.doppiabi.com/il-mio-zygmunt-inedito/).
Come ho accennato sopra, presso l'Università di Leeds è stato fondato il Bauman Institute. In Internet si può trovare il bel sito ad esso dedicato, di sicuro interesse per gli estimatori di Bauman e della sociologia contemporanea. Oltre a video con interviste a Zygmunt Bauman, a suoi discorsi pubblici, si trovano video anche di altri sociologi, foto di  sociologi come George Ritzer e personalità di altre discipline che hanno incontrato Bauman, come l'archistar Daniel Libeskind. Sono dedicati dei ricordi video a Janina Lewinson-Bauman. Il direttore del Bauman Institute è il giovane dr. Mark Davis. Presso il Bauman Institut sono stati istituti due Master post-laurea: il primo è "Pensiero sociale e politico", il secondo "Trasformazioni sociali internazionali". Tra gli interessi principali di ricerca, si legge nella presentazione del sito, si trovano "il consumismo, la globalizzazione, l'etica, il potere e l'analisi della modernità".


2. La famiglia Bauman




































La famiglia Bauman è una vera e bella famiglia. Cinque persone che si sono realizzate nella vita, ognuna delle quali ha scelto la propria strada con successo. Janina è stata scrittrice, impegnata politicamente a Varsavia nel movimento di contestazione del 1968, Zygmunt si è impegnato nella carriera universitaria con molto successo (Varsavia, Tel Aviv, Leeds), considerando la sua iper-produzione intellettuale di saggi sociologici, le innumerevoli conferenze e interviste a cui dedica circa cento giorni l'anno. Dopo la pensione, Bauman ha osservato che gli manca molto il rapporto con gli studenti, di quando insegnava. Tuttavia, continua il suo impegno intellettuale, sia al Bauman Institut, con le sue conferenze, sia nel mondo, viaggiando soprattutto  nei Paesi europei dove è un conferenziere richiestissimo, come in Italia, d'altronde, dove è molto apprezzato e  i suoi saggi sono continuamente tradotti in italiano e pubblicati. Tra l'altro i suoi articoli, che anticipano, a volte, qualche sua partecipazione a eventi culturali, sono immancabilmente pubblicati sul quotidiano la Repubblica, e nella rivista, collegata a questo quotidiano, Micromega. Di recente, un'intervista a Bauman da parte dell'inviato Riccardo Staglianò, di il Venerdi di Repubblica, è stata pubblicata sul numero 15 giugno 2012 della stessa rivista. In questa interessante intervista, Bauman parla, in particolare modo, del suo atteggiamento nei confronti della morte, e dei saggi su cui ha scritto su questo tema.
Janina Lewinson, quando era giovanissima, ha sofferto molto a causa dell'occupazione nazista a Varsavia, essendo costretta all'esperienza del ghetto. Zygmunt fu necessariamente spinto a fuggire, durante il periodo dell'occupazione nazista della Polonia, nella zona sotto tutela sovietica. Janina è nata a Varsavia nel 1926 ed è scomparsa a Leeds nel 2009. Zygmunt è nato a Poznan nel 1925, dunque tra loro c'è stato solo un anno di differenza. Se Janina ha seguito Zygmunt dopo l'epurazione del governo polacco contro gli ebrei, vuol dire che gli voleva un gran bene. Le tre figlie, a cui Bauman è molto legato, hanno seguito ognuna di loro un proprio percorso di individuazione.
Anna Sfard Bauman è diventata una matematica di grande valore. Insegna presso due università, una isaeliana e l'altra statunitense: la prima è l'University of  Haifa, la seconda la Michigan State University. Nel 2007 Anna Sfard ha ricevuto il prestigioso premio Hans Freudenthal Medal per la Matematica, un riconoscimento istituito dall'I.C.M.I. (International Commission on Mathematical Instruction)., un premio  per la Matematica che si può equiparare al premio Nobel per altre discipline. Presso la casa editrice di Trento, la Erickson, è stato pubblicato un importante saggio di Anna Sfard in cui il titolo stesso la dice lunga sulla originalità del suo discorso: Psicologia del pensiero matematico. Il ruolo della comunicazione nello sviluppo cognitivo. Possiamo aggiungere che come il padre, Zygmunt, Anna Sfard vive come una globetrotter, viaggiando da un continente e l'altro, da una nazione all'altra, ora per il suo lavoro, ora per motivi affettivi.
Lydia Bauman è gemella di Irena Bauman. La prima ha scelto di  essere una pittrice di paesaggi ed è anche critico d'arte, la seconda lavora come architetto. Lydia e Irena vivono in Gran Bretagna e hanno più occasione di vedere il padre, rispetto ad Anna Sfald, ma oggi, mi viene da pensare, basta una webcam di un computer per comunicare con le persone care e vedere la loro immagine a distanza, anche da un continente all'altro.
Lydia ha così un suo studio di pittura nella città di Lincoln, nel Lincolnshire, come Irena ha fondato il Bauman Lyons Architects, il suo studio di architetettura, a Leeds, nella città dove vive il famoso padre oggi ottantenne. Entrambe sono presenti in Internet con i loro rispettivi siti professionali. Lydia che è anche guida alla National Gallery di Londra, in occasione della mostra Lucien Freud Portraits che si è tenuta proprio in quella sede, da febbraio a maggio 2012, ha tenuto una conferenza, il 7 marzo 2012, per illustrare il valore e il senso delle opere del famoso pittore scomparso nel 2011.
Non conosco la vita affettiva di Anna Sfard, Lydia e Irena. Dalle informazioni che compaiono nella rete Internet, risulta che Zygmunt Bauman ha sei nipoti. Tra l'altro, uno di questi nipoti è Michael Sfard, figlio di Anna Sfard e Leon (non ho trovato il cognome). Anche Leon, come la moglie, insegna matematica all'università. Michael Sfard vive a Tel Aviv e lavoro come avvocato per alcune istituzioni internazionali che si occupano di diritti umani.
Anna Sfard, Lydia e Irena, con i bravi genitori che hanno avuto, sono riuscite a realizzarsi nella vita a livello professionale. Zygmunt Bauman non ha avuto figli maschi,  però è stato circondato dall'affetto della moglie e delle tre figlie. So che il professor Bauman non ama parlare della sua vita privata, se non ai propri intimi amici. E' una persona molto riservata, in questo senso. In ogni caso, in questo scritto ho solo riportato , in maniera rispettosa, informazioni che circolano nella rete Internet, e che sono già di pubblica conoscenza.
Di recente, nel 2012, Bauman ha pubblicato un libro dal titolo Conversazioni sull'educazione, presso la casa editrice Erickson di Trento. Credo che Bauman abbia tutti i titoli, anche rispetto a come ha cresciuto le sue figlie con successo, per parlare della questione educativa nella società liquida di oggi. In Conversazioni sull'educazione, scritto colloquiando con  l'amico Riccardo Mazzeo, che lavora alla Erickson, Bauman parla della questione pedagogica oggi, nel mondo liquido, dove i legami sono diventati incerti e frantumati, dove i ragazzi sono esposti ai rischi della deriva di scelte sbagliate.


3. La star della sociologia Zygmunt Bauman


Lo psicoanalista relazionale, statunitense, Stephen A. Mitchell (1946-2000) ha scritto una frase importante rispetto a come è cambiata la psicoanalisi dai tempi di Freud. Se Freud considerava come indicazioni di salute mentale la capacità di amare e lavorare, secondo Mitchell, nella seconda metà del Novecento, è la creatività ad avere questo requisito. Scrive, significativamente, Mitchell, in tal senso:

"Molti autori contemporanei glorificano il processo artistico; la creatività, non la normalità, è diventata il paradigma della salute psichica."
(Mitchell, 1993, tr. it. 1995, p. 38).

In questo senso, Zygmunt Bauman, pur avendo adottato con successo i requisiti di salute psichica di Sigmund Freud, le capacità di amare e lavorare, è allo stesso tempo anche un rilevante esempio di persona creativa, dimostrando di essere l'eccellenza della sociologia contemporanea. Chi ha avuto l'onore di conoscere personalmente Zygmunt Bauman, ne ha parlato come di una persona squisitamente e umanamente  nobile.
Oggi, Zygmunt Bauman è ormai una star della sociologia internazionale, così come ci stanno le star del cinema. Ha ricevuto molte  lauree honoris causa e tanti altri riconoscimenti importanti come come sociologo. Bauman ha pubblicato più di cinquanta saggi. Dal 2000 al 2012 Bauman ha pubblicato più di 20 saggi, ossia da Modernità liquida in poi. Sono ben 32 saggi, o forse più, quelli che Bauman pubblica dal 1959 al 1999. L'anno in cui Bauman va in pensione, il 1990, pubblica due saggi: Paradoxes of Assimilation e il saggio, nella traduzione italiana, Pensare sociologicamente.  
Bauman, con l'importante saggio del 1999, tradotto con il titolo La solitudine del cittadino globale, è diventato il sociologo del mondo glocale (fusione di 'globale' e 'locale', anche se il termine, glocale, lo ha coniato il sociologo Robertson). Bauman era già affermato come sociologo di talento. Si era occupato di moltissime questioni: del socialismo britannico, del problema delle classi sociali, della sociologia americana moderna, del sistema del capitalismo moderno,  della sociologia marxista, della "cultura come prassi" (Bauman, 1973, tr. it. 1976). Un significativo saggio di Bauman è Critica del senso comune. Verso una nuova sociologia (Bauman, 1976, tr. it. 1982), dove l'Autore propone una "sociologia critica" contro l'istanza conservatrice della disciplina, in modo da proporla come una 'leva' di mutamento sociale. Del 1987 è l'importante saggio sugli intellettuali, "da legislatori a interpreti" (Bauman, 1987, tr. it. 1992), dove inizia a occuparsi della modernità e della postmodernità. Un saggio minore sulla "libertà" del 1988 (Bauman, 1988, tr. it. 2002), e poi un altro saggio 'di peso' che è Modernità e Olocausto del 1989. L'interesse per la questione ebraica è presente in buona parte del saggio Modernità e ambivalenza del 1991. Del 1992 è il suo interessante saggio Il teatro dell'immortalità. Mortalità, immortalità e altre strategie di vita, dove considera il problema della morte nella modernità (Bauman, 1992, tr. it. 1995). I saggi che seguono sono orientati verso l'esplorazione dei concetti di modernità, postmodernità, globalizzazione, consumismo. Da questo punto di vista, in Il disagio della postmodernità (Bauman, 2000a, tr. it. 2002) Bauman esplora i temi a lui cari (lo straniero, l'arte, la morale, la medicina, la libertà, eccetera) tenendo conto della sofferenza che provoca la vita nella postmodernità, 'dialogando' anche con il saggio freudiano Il disagio della civiltà del 1929.  Nel 2000 Bauman inventa l'espressione modernità liquida, che dà il titolo a un saggio omonimo. Da quel momento la 'modernità' che viviamo è appropriatamente definita liquida, in opposizione alla modernità solida che precede la seconda metà del Novecento.
Le star della sociologia internazionale che si occupano dei problemi globali sono, in particolare modo, Ulrich Beck, Richard Sennett, Antony Giddens e Zygmunt Bauman.  Beck ci tiene a precisare, in un saggio, che lo studio della globalizzazione comporta nuovi strumenti sociologici, un nuovo modo di guardare i problemi globali che è sintetico, non più quello della sociologia empirica. Tuttavia, se le stelle della sociologia  della globalizzazione sono  quelle dei nomi citati sopra, almeno i più noti, anche altri studiosi, di altri campi, danno un grosso contributo a questo settore di indagine, come, per esempio, la giornalista canadese Naomi Klein. Se il mondo in cui viviamo è diventato un mondo sempre più globale e glocale, ciò ha delle ripercussioni anche nell'ambito della salute mentale, nei comportamenti degli individui nel modo di costruire comunicazione e 'relazioni'. Il paradosso delle nuove tecnologie informatiche, di Internet, dei social forum, della posta elettronica, del Messenger, dei vari siti per conoscere persone, è che invece di facilitare i rapporti interpersonali li complicano, soprattutto quando si tratta di conoscere nuove persone, come nel caso di Facebook. In Facebook c'è la possibilità di 'conoscere' molte persone, ma in realtà di tratta più di 'amici' potenziali che reali. Inoltre, gestire la conoscenza di 300, 700, 1000 persone diventa alquanto problematico e superficiale, anche se c'è qualcuno che si vanta di 'avere' tutte queste 'amicizie (sic!).
Bauman è un osservatore acuto, dotato di grande intuizione e immaginazione sociologica, sulla scia di Wright Mills, che soprattutto da quanto ha iniziato a occuparsi di globalizzazione è interessato a come le persone fanno uso dei mezzi di comunicazione informatica, come nel caso di Facebook. Ha studiato cosa succede nei talk show, in programmi come il Grande Fratello, dove la vita privata dei personaggi di questi programmi viene cancellata, dove ognuno parla di se stesso, della propria vita intima, senza pudore, appiattendo la differenza tra mondo interiore e realtà esteriore. E' come se gli individui non avessero più una dimensione intima da proteggere e coltivare, come, per esempio, raccontava di avere Carl Gustav Jung nella sua autobiografia del 1961 Ricordi, sogni, riflessioni. I personaggi dei talk show, allo scopo di fare audiance, raccontano 'tutto di sé' davanti agli schermi televisivi, come se la loro vita psicologica non valesse un centesimo e dovesse diventare di dominio pubblico! Bauman osserva che ciò che viene a mancare, in questi casi, è il senso del pudore (v. Bauman, Tester, 2001, tr. it. 2002). 
Bauman, con molto acume, si è occupato della società dei consumi, distinguendo due tipi di consumatori: i "bravi consumatori" e i "consumatori difettosi". I primi sono coloro che dispongono di denaro e possono permettersi adeguati livelli di consumo per condurre una vita confortevole; i secondi invece sono i poveri che non hanno denaro sufficiente per condurre un'esistenza come i "bravi consumatori". I primi hanno paura dei secondi, li temono perché potrebbero, vivendo in povertà, decidere di entrare nelle loro ville controllate da telecamere per rubare le loro ricchezze. Allora accrescono la sorveglianza assoldando un corpo di guardie private per proteggerli dai possibili ladri e da eventuali furti dei loro preziosi. Secondo Bauman, i nuovi poveri anelano a diventare come i ricchi, a condurre una vita agiata secondo gli standard di coloro che si possono permettere una vita consumistica. In questa invidia dei poveri verso i ricchi e in questa mancanza di senso critico nei confronti del consumismo, sta una forma di alienazione dei poveri. Il punto non è che i poveri debbano accettare la loro povertà e lasciare che i ricchi se la spassino. Il punto è, semmai, quello di favorire una redistribuzione delle risorse economiche ed extra-economiche, affinché si eliminino gli estremi della super-ricchezza e dell'estrema povertà.
Bauman, tra i saggi del XXI secolo, ha dedicato attenzione al problema dei rifiuti umani, ossia all'essere umano considerato come se fosse un 'rifiuto'. E' quello che, a suo avviso, accade agli individui che emigrano da uno dei  paesi poveri della Terra verso uno dei paesi della ricca Europa o del Nord America. Solo che gli Stati-nazione europei, a un certo punto, di fronte alla massiccia emigrazione dai Paesi africani verso l'Italia, la Gran Bretagna, la Francia, la Germania, solo per nominare qualche Paese europeo, hanno cominciato ad allarmarsi e prendere dei provvedimenti di politica dell'immigrazione, in senso conservatore, chiudendo le frontiere a coloro che venivano considerati degli scarti umani. Bauman dedica delle pagine di acuta amarezza in Vite di scarto (Bauman, 2005, tr. it. 2005)  rispetto a quello che è il destino di questi disperati che vengono, una volta sbarcati sulle rive dei nuovi paesi, rinchiusi nei recinti delle aree a loro destinati, fino quando le autorità non decidono quali provvedimenti adottare, se accettarli come extracomunitari provvisori sul suolo dello Stato, farli ritornare indietro da dove sono venuti, o dirottarli in altri Stati dell'Ue. In ogni caso, questi poveretti, vengono trattati 'come se non esistessero', come se fossero degli scarti, almeno fino a quando la loro vita non si 'regolarizza' nello Stato che li accoglie.


4. Del vivere liquido


Bauman ha trattato nei suoi saggi la "solitudine del cittadino globale", le "nuove povertà", il problema del consumismo, le ambivalenze provocate dalla modernità, il senso dell'individualizzazione nel mondo neoliberista. Dopo il saggio sulla Modernità liquida (Bauman, 2000b, tr. it. 2002), c'è stato un fiorire di creatività saggistica, da parte di Bauman, verso l'esplorazione del vivere liquido, così ecco i saggi su la vita liquida, l'amore liquido, la paura liquida. Nella modernità liquida la vita è più incerta, lo Stato-nazione tende a privatizzare i servizi, i giovani e i meno giovani sono in balia della loro "individualizzazione", lasciati a se stessi non trovano nelle istituzioni dello Stato un valido aiuto per affrontare problemi che prima erano di sua pertinenza. 
Il mondo diventa pieno di "sfide etiche" da affrontare, come osserva Bauman in Le sfide dell'etica (Bauman, 1993, tr. it. 2010), ma queste sfide vanno affrontate individualmente, perché l'etica comporta delle scelte personali dove in gioco, come direbbe Emmanuel Lévinas, c'è il "volto" dell'altro, un io di fronte a un tu, il doversi assumere delle responsabilità anche per l'altro. Tuttavia, anche se le scelte morali sono individuali, esse hanno un risvolto sociale, dunque anche sul piano collettivo. Bauman distingue anche tra "impulso morale", che è un movimento radicato nella propria psiche, dall'etica pubblica che riguarda le regole che vengono concordate intersoggettivamente. Noi diventiamo 'morali' quando ascoltiamo il nostro 'impulso' ad agire per il bene dell'altro.
Le riflessioni di Zygmunt Bauman sono tipicamente dei grandi pensatori classici, per cui Bauman ormai è non solo un sociologo, ma anche a pieno titolo lo possiamo considerare un filosofo. Tra i contributi del periodo saggistico iniziale c'è l'interesse per il concetto di "classe sociale", di "libertà", di metodologia su che cosa significhi pensare in senso sociologico, un saggio di critica del senso comune. La formazione intellettuale di Bauman va oltre quella che comprende l'area propriamente sociologica, spaziando dalla psicoanalisi freudiana, facendo particolare riferimento al saggio di Freud Il disagio della civiltà (Freud, 1929, tr. it. 1978), all'arte, dall'educazione all'economia, e ad altro. 
La curiosità creativa che Zygmunt Bauman mostra di avere in molti ambiti disciplinari va anche oltre le scienze umane e sociali, come, per esempio, nei confronti della teoria del caos, che  può avere una rilevanza nella comprensione del fenomeno della globalizzazione.Il fisico Edward Lorenz ha formulato il concetto di butterfly effect nel 1979, affermando che il battito di ali della farfalla in un paese del Sud America può provocare, considerando la catena di eventi che si susseguono, una tromba d'aria in una zona degli Stati Uniti. Questo esempio dell' effetto farfalla si applica nei "sistemi complessi non lineari" dove non è possibile stabile, secondo un rapporto di causa-effetto lineare, come andranno le cose. Gli effetti di una 'causa' iniziale potrebbero essere imprevedibili, 'caotici', per cui, in questi casi, diventa problematico poter prevedere come un sistema non lineare evolve.(v. http://www.daneprairie.com.). 
Bauman, in Consumo, dunque sono (Bauman, 2007, tr. it. 2008), considera la dimensione del tempo nei termini del modus vivendi della modernità liquida, così riprende il concetto di puntinismo nell'ambito della pittura impressionista e costruisce il concetto di "tempo puntinista" per  osservare che nel mondo liquido il tempo viene vissuto nel presente, dove ogni esperienza è slegata dall'altra, come se il tempo fosse dato solo da 'punti' ognuno isolato e per conto suo. Nel mondo liquido, la velocità diventa così un modus vivendi
Il filosofo coreano-tedesco Bying-Chul Han ha osservato, nel piccolo ma significativo saggio La società della stanchezza (Han, 2010, tr. it. 2012), che nel mondo "tardo moderno", o postmoderno, la velocità del vivere provoca una sorta di frenesia, un sminuzzamento dell'attenzione in tanti aspetti del reale, perché la realtà viene vissuta frantumata, come se fosse irta di pericoli. Si tratta di una regressione dell'attenzione come nel mondo animale, dove gli animali vivono secondo una iper-attenzione per evitare di diventare preda di altri animali. Han indica questo fenomeno con la parola  multitasking
Possiamo osservare che il fenomeno del multitasking è presente nella modernità liquida e che rileva una forma alienante del vivere liquido. Bauman è come se pensasse sociologicamente tenendo presente, come in forma binoculare, due modelli differenti di società: quella "solida" e quella "liquida". La prima è la società che dava valore a ciò che perdurava nel tempo e dei risparmiatori; la seconda è la società dei consumatori, quella che considera 'valore' il continuo cambiamento delle cose, per cui le cose sono rese più fragili per poterle ricambiare al più presto con altre cose simili e dell'ultimo momento. E' su questa continua innovazione spasmodica, basata su l'invenzione e la distribuzione di prodotti sempre più deperibili, che si basa la logica del consumismo di una società di massa globale. Bauman nelle sue riflessioni considera, così, in maniera 'doppia' questi due tipi di società e dal loro confronto cerca di approfondire la fenomenologia e il senso del tipo di società in cui noi occidentali del XXI secolo stiamo vivendo.
  

5. Zygmunt Bauman a Pistoia, per Dialoghi sull'uomo 2012



Quando ho saputo che per i Dialoghi sull'uomo, edizione 2012, il 27 maggio ore 11.30 Zygmunt Bauman sarebbe stato a Pistoia, sono entrato in uno stato di effervescenza affettiva rispetto alla gioia di vedere questo grande personaggio della sociologia. Zygmunt Bauman nel 2012 ha 87 anni e continua a fumare la pipa. E' un uomo alto e magro. A Piazza del Duomo di Pistoia parla del tema La solidarietà ha un futuro? 
Bauman, a dire il vero, è vestito come al convegno dello 'Scoiattolo', il Festival dell'Economia del 2011, che si è tenuto a Trento, introdotto dall'editore Giuseppe Laterza con una lunga ed efficace presentazione. E' un vestito nero elegante, con camicia nera e cravatta scura con disegnati delle strisce bianche e grigie incrociate, un fazzoletto chiaro nel taschino della giacca. Se questa cravatta scura con strisce bianche e grigie che si incrociano  piace molto a Bauman, probabilmente è perché le è affezionato per qualche motivo, se continua ad usarla ancora a distanza almeno di un anno. Chissà, forse gli è stata regalata da una persona a lui cara.
La parola "precariat" oggi sostituisce, come dice Guy Standing, - osserva Zygmunt Bauman - quelle di "proletariat" e di "middle class". Bauman parla del precariato, della colpevolizzazione di una condizione lavorativa la cui 'colpa', in realtà, è da imputare al mercato. 
Chi ha provocato la crisi economica mondiale del primo decennio del XXI secolo, e che continua a proiettarsi ancora sull'anno 2012 che stiamo attraversando? Mercato, Wall Street, capitalismo finanziario (v. il film Margin Call, produzione USA 2011, distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 18 maggio 2012, che parla proprio di questo, della crisi finanziaria del 2008). Certo, se si continua a pensare nei termini del tipo di individualismo di destra, proprio del capitalismo della new economy, la 'colpa' ricade sui singoli individui che non sono stati abbastanza 'bravi' da 'portare acqua al proprio mulino' economico. Coloro che però si comportano senza scrupoli etici, secondo furbizia , illegalità, corruzione, abbiamo visto cosa sono capace di fare e di quali danni provocano alla democrazia e al bene comune. 

Ritorniamo a Bauman. Il grande sociologo polacco-inglese osserva che le diseguaglianze invece di diminuire si sono accresciute, negli Stati Uniti come nei Paesi dell'Eurozona. Bauman ha fatto riferimento al sociologo statunitense Richard Sennett rispetto alla possibilità di creare un mondo alternativo, a partire da tre fattori: cooperazione, informazione, apertura. Bauman osserva che Richard Sennett non ha voluto impostare delle regole già scritte su come  comportarci per creare un mondo diverso, ma solo dare queste tre indicazioni. E' dal dialogo tra le persone che emergono ulteriori linee guida su come costruire un mondo migliore. L'importante è che le persone intendano nel modo giusto il senso della cooperazione, dove ognuno dà il proprio contributo, senza che ci sia - dice Bauman - la tendenza di alcuni ad avere ragione, e far sentire altri di avere torto. In altre parole, evitando che alcuni siano, o appiano, 'più forti' di altri, dove  i secondi, cioè gli altri, verrebbero così costretti nella posizione coercitiva dei 'deboli'. (v. Bauman, 2012b, "Istruzioni per una nuova società. Perché la collaborazione sregolata migliora il mondo", in la Repubblica, 21 maggio, p. 49).
In sostanza, potremmo dire che è bene evitare quel narcisismo patologico da leader "ci penso io" che porta alcuni a voler prevaricare sugli altri 'a tutti i costi', con l'inganno e la truffa. E' meglio, invece, creare un mondo in cui ci sia una vera cooperazione di tutti, affinché dove le informazioni  possano circolare liberamente e il mondo sia aperto, nel rispetto delle differenze delle singole individualità. Non dimentichiamo che Bauman ha pubblicato nel 1988 un saggio in cui valorizza la libertà (Bauman, 1988, tr. it. 2002). Se la libertà è terapeutica ed essenziale all'esistenza dei singoli individui, essa va rispettata e conciliata con "il bisogno di comunità" (Bauman, 2001). E' molto significatico che l'ultimo capitolo del saggio Voglia di comunità abbia come titolo "Tante culture, una sola umanità?" La risposta di Bauman è affermativa, c'è una umanità comune, tuttavia ci sono le "forze della globalizzazione" che tendono, invece, a dividere e "sospendere" la ricerca di questa umanità che tutti abbiamo in comune, traendo dei vantaggi di parte da questa divisione. E', dunque, affermativo che Zygmunt Bauman si trovi in armonia con il messaggio contenuto nella bella e lunga analisi storico-sociologica del nuovo saggio di Richard Sennett, che ora è stato tradotto e pubblicato in Italia con il titolo Insieme. Rituali, piaceri, politiche della collaborazione (Sennett, 2012, tr. it. 2012).


6. Dopo il discorso di Bauman a Pistoia...



Zygmunt Bauman ha parlato in inglese durante l'esposizione del suo discorso a Piazza del Duomo, sotto il tendone e sopra il palco, con accanto la Traduttrice del suo discorso sulla solidarietà. Il pubblico, molto presente, non solo le persone che avevano pagato il biglietto per stare seduti, ma anche le persone che non avevano più trovato biglietti e che l'organizzazione dava generosamente il permesso di guardare lo stesso l'incontro con l'atteso professor Bauman, a cui tutti noi del pubblico, lì presente, siamo affezionati. 
Il pubblico, a fine discorso del sociologo di Leeds, ha applaudito per diversi minuti, calorosamente e all'unanimità. E' seguito, come era inevitabile, il rituale degli autografi sulle copie dei saggi da parte di Bauman, che probabilmente non si aspettava questo enorme successo, da parte soprattutto dei giovani, ma

anche dei non giovani.
Io stesso sono riuscito a farmi autografare tre copie di saggi baumiani: Modernità liquida (Bauman, 2000b, tr. it. 2002),  Modernità e ambivalenza (Bauman, 1991, tr. it. 2010), Le sfide dell'etica (Bauman, 1993, tr. it. 2010).Dall'uscita del capannone dove Bauman ha tenuto il discorso fino al vicino piccolo stand coperto dell'organizzazione di Dialoghi sull'uomo, Bauman è stato letteralmente assaltato dai suoi fans per avere da lui l'autografo nelle copie dei suoi libri. In un primo momento Bauman è rimasto in affanno, ha avuto bisogno di prepararsi la pipa, appena seduto, con una abbondante carica di tabacco nel suo cavo, e naturalmente accendersela, per continuare questo 'lavoro' delle firme con la sua bella penna nera.

L'autografo, a dire il vero, è scritto in maniera veloce e incomprensibile. Sarebbe una sorta di sigla che sta per "Zygmunt Bauman". Dopo un'iniziale difficoltà dovuta allo stress inaspettato delle firme, sul volto di Bauman è finalmente comparso un sorriso. Forse aveva compreso che, in fondo, quel rituale  degli autografi è necessario e che risponde all'affetto di tutti quei suoi fans, giovani e meno giovani, che attraverso quell'oggetto transizionale (Winnicott, 1951, in ed. or. 1958, tr. it. 1975) che è il libro-feticcio è per tutti noi un onore poter 'avere' un suo autografo, materializzato nelle copie dei suoi libri. 




7. Epilogo, tra timore e speranza


     "In un senso molto ampio, la psicopatologia potrebbe ben essere considerata un fallimento dell'immaginazione, una vita bloccata perché vecchi vincoli impediscono nuove esperienze, nuovi stati psichici."
(Mitchell, 1993, tr. it. 1995, p. 235)

La sociologia interpretativa baumiana, del mondo globale e della modernità liquida, ci fornisce delle chiavi di lettura dell'epoca in cui stiamo vivendo. Le questioni che concernono 'ciò che non va' del presente  vengono formulate, da Bauman, secondo delle metafore sociologiche efficaci che diventano occasioni di riflessione e dibattito   presso  i suoi  lettori. Argomenti  che ruotano attorno  alla postmodernità,   il mondo "liquido",  le storture  del  "capitalismo  parassitario", i problemi  della  globalizzazione,  le "nuove  povertà",  i    profughi considerati   come   "scarti  umani",  il  profilo  idealtipico  dell'homo  consumens  e della   sua    variegata fenomenologia, sono alcune tra le problematiche trattate da Bauman e che ci riguardano tutti, sotto l'aspetto  della lettura sociologica della realtà collettiva.
Quello   che apprendiamo dai saggi di   Bauman è una percezione del mondo secondo i   pericoli, le paure, i timori   che l'analisi delle dinamiche sociologiche   rivelano. Non possiamo dire che Bauman ci fornisca delle risposte politiche di trasformazione del mondo verso  alternative migliori, anche  perché non ha la bacchetta magica per farlo! Il mondo è quello che è, ed è già tanto abbozzare delle interpretazioni che si avvicinano ai modi come esso funziona nella realtà sociale. Anche se Bauman ricorre a un linguaggio sociologico, oltre che acuto e intuitivo,  anche  tagliente e  severo  nei  confronti  delle  mentalità  del  mondo  liquido, è  critico nei confronti delle ideologie, anche dell'ideologia della fine delle ideologie, volendo usare una sua espressione. Tuttavia, egli rimane fondamentalmente socialista, come ha, in diverse  occasioni, avuto  modo di dichiarare. In fondo,  credere  nel  socialismo -  in  una   società   migliore  che rispetti  la  libertà   delle  persone,  ma  allo stesso tempo permetta una redistribuzione delle risorse  economiche ed extra-economiche più equa - è come una quasi-utopia-guida della propria azione sociale, anche se appare una 'credenza' fuori moda, certo dal punto di vista neoliberista. Ciò   non   significa   che   non  abbia  senso. Tutt'altro. Possiamo  anzi dire che 'credere' laicamente in qualche cosa - nella nostra epoca in cui non si crede in nulla, dove ogni 'valore' è solo illusorio e si compra, e ha l'etichetta di scadenza  liquido-consumistica, perché 'credere' in qualche cosa non  realizza  business, se non per la  magra cassetta delle elemosine delle chiese cattoliche-  è già qualche cosa, e che, in  qualche modo, influisce  sulle  coscienze  delle altre persone, nelle università, nei congressi, nelle sedi in  cui  si  fa   ancora  cultura, anche  se  non è  sufficiente   per   scalfire  in  maniera  massiccia  gli   assetti    macroscopici,   a  livello   politico  ed  economico,  delle   massime    istituzioni    mondiali   che   funzionano  secondo   l'ideologia   capitalistico- neoliberista,  sempre a rischio  di degenerare  in  qualche  fascismo  di capopopolo sociopatico e  con una mente narcisista in senso psicopatologico.    
In  un'epoca  in  cui  l'assurdo  del  vivere,  l'inafferabile  irrazionale  delle dinamiche vitali esistenziali  e delle esperienze  'puntiniste',  si rispecchiano  nei mondi  fantastici  letterari  kafkiani, allo  stesso  modo  kafkiani  risultano essere gli scenari della vita liquida. Alla fine  del romanzo Il processo, K.viene condannato per un reato di cui lui non è a conoscenza. La sentenza non la conosciamo, fino a  quando i due "signori", secondo una procedura anomala, conducono K. in un luogo isolato dove viene da loro stessi  ucciso con un coltello. Prima di morire, il narratore fuori campo dice di K., come se fosse nella sua mente: "Dov'era il giudice che egli non aveva mai visto? Dove il supremo tribunale fino al quale non era mai arrivato?" (Kafka, 1935, tr. it. seconda ed., 1975, p. 157).
Nella modernità liquida la precarietà della vita è diventata la vita 'normale', dove i governi delle nazioni più progredite sono, ormai, ostaggio del giudice-dio kafkiano, sovranazionale e globale, che si chiama Mercato (= élite di ricchi  che detengono un enorme potere anonimo e che vivono, compulsivamente e cinicamente, per ammassare sempre più ricchezza nel conto delle loro banche, infischiandosene delle condizioni di vita della maggioranza delle popolazioni del resto della Terra). Il giudice-dio Mercato amministra la sua legge, incomprensibile per i più, della realizzazione del massimo profitto, dettando agli Stati-nazione, al di là delle frontiere nazionali, la regola dei premi e delle punizioni. I governi che 'rigano dritto', secondo gli standard del giudice-dio Mercato, ricevono come premio uno spread basso, i governi le cui politiche economiche non sono apprezzate da lui vengono puniti, tramite i suoi 'guardiani', chiamati agenzie del rating, innalzando alle stelle i punti dello spread!
Se il neoliberismo è, a mio modo di vedere, con le parole di Mitchell, "un fallimento dell'immaginazione", allora occorre coltivare il sentimento della speranza, come promessa di vita spostata nel tempo a venire, per sconfiggere i timori che il mondo non possa migliorare, se nell'epoca di Internet la lotta per il futuro di tutti può essere pacificamente e kantianamente organizzata.





















Riferimenti bibliografici


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Riferimenti siti Internet


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- "Passion and pessimism", in The Guardian, 5 april,
http://www.guardian.co.uk/books/2003/apr/05/society (articolo su Zygmunt Bauman).
Teoria del caos. http://www.daneprairie.com  
Zygmunt Bauman (voce), in Wikipedia.

Riferimento cinematografico


Margin Call (or. Margin Call, USA, 2011)
Regia di J. C. Chandor. Attori: Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons, Zachary Quinto, Simon Baker, Demi Moore, Mary McDonnell, Aasif Mandvi, Stanley Tucci, Al Sapienza, Aslhey Williams, Penn Badgley.


Foto


La foto di Poznan, quelle relative al paragrafo due sulla Famiglia Bauman, si trovano nella rete di Internet e sono state da me riproposte come "ready  made modificati". Le foto che concernono Zygmunt Bauman a Pistoia e l'ultima foto, sempre scattata nella stessa città e per lo stesso evento, sono prodotte direttamente dal sottoscritto. 


Se si è interessati a Zygmunt Bauman:
Bauman Institut

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